“Sono l’ultima persona che ha visto lo sguardo di Paolo Borsellino, prima di dare il segnale per fare quella maledetta esplosione”. Sono le parole che il pentito Maurizio Avola ha affidato al giornalista Michele Santoro, e contenute nel libro “Nient’altro che la verità“, in uscita il 29 aprile 2021 con Marsilio.
Il killer di mafia racconta in alcune dichiarazioni, pubblicate in esclusiva in un video online da TPI, i momenti subito precedenti alla strage di via d’Amelio, in cui fu assassinato il magistrato che dava la caccia a Cosa Nostra. Un omicidio a cui Avola rivela di aver partecipato in prima persona.
“Maurizio Avola non è famoso come Tommaso Buscetta e non è un capo come Totò Riina. Ma non è un killer qualsiasi: è il killer perfetto, obbediente, preciso, silenzioso, e proprio per questo indispensabile nei momenti decisivi”, si legge nella sinossi del libro. “Forse sottovalutato dai suoi capi e dagli inquirenti che ne hanno vagliato le testimonianze”, Avola “ha archiviati nella memoria particolari, voci, volti che coprono tre decenni di storia italiana”.
Il pentito ha conosciuto personalmente Matteo Messina Denaro, e col boss di Castelvetrano ha compiuto diverse azioni. È stato questo ad attirare l’interesse di Santoro, anche se – come emerge dal libro – quello che riguarda “l’ultimo padrino” è solo una parte, e non la più rilevante, di quanto Avola può svelare.
A Santoro “Avola affida le tessere del puzzle e le sconvolgenti rivelazioni che emergono” e che hanno al centro “Mafia e antimafia, politica e potere, informazione e depistaggi, vicende personali e derive sociali si intrecciano in un racconto che si muove tra passato e presente, dalla Sicilia degli anni Settanta al paese che siamo diventati”.
Leggi anche: “I Fili dell’Odio”: il documentario di Santoro in anteprima per una settimana su TPI
Leggi l'articolo originale su TPI.it