Zona rossa a Bologna da 4 al 21 marzo. Dopo la riunione dei sindaci della Città Metropolitana è stata presa questa decisione: negozi chiusi, asili e materne chiuse, stop agli spostamenti. I contagi non si arrestano e queste misure sono state l’unica possibilità per fermarli, proprio due giorni dopo le dichiarazioni in cui il governatore della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini aveva detto di voler “riaprire i ristoranti la sera”.
Bonaccini d’accordo con Salvini
E sulle riaperture Bonaccini si è ritrovato d’accordo con Salvini, anche se il governatore dem aveva aggiunto “controlli più serrati” all’ipotetica riapertura a cena. A Bologna nella fiaccolata dei ristoratori per protesta contro le norme imposte al settore compariva lo striscione: “Pranzare e cenare non è contagiare”: i titolari chiedono la riapertura dei locali anche alla sera.
“Decisione Unanime dei sindaci”
“La decisione unanime dei Sindaci, condivisa con la Regione, è stata quella di adottare un provvedimento per rendere l’area metropolitana di Bologna zona rossa con decorrenza da giovedì 4 marzo a domenica 21 marzo – ha spiegato il sindaco di Bologna Virginio Merola – A livello nazionale la soglia critica è considerata a partire da 250 casi ogni 100 mila abitanti, soglia abbondantemente superata in tutti i nostri Comuni. I dati sull’ultima settimana di febbraio nel territorio dell’Ausl di Bologna (elaborati quindi successivamente alla decisione della zona arancione scura) è di 400 casi di media ogni 100mila abitanti, con 13 Comuni sopra i 500 casi e la media del Distretto Appennino di 584”.
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