Bologna, il medico del Sant’Orsola: “Su 9 ricoveri in terapia intensiva 8 non sono vaccinati”
“Se non ci fosse il vaccino avremmo il triplo dei ricoveri, vista la contagiosità della variante Delta. Su dieci pazienti nove non sono vaccinati: qualcosa vorrà dire no?”, così Andrea Zanoni direttore della Covid Intensive Care, la terapia intensiva Covid al padiglione 25 del Sant’Orsola di Bologna, in un’intervista all’edizione locale del Corriere della Sera .
Nel nosocomio emiliano, dove sono ricoverate al momento 42 persone in degenza ordinaria e 10 in terapia intensiva, la situazione è peggiorata rispetto a un anno fa, spiega il medico. “I ricoveri sono aumentati molto rispetto all’agosto dell’anno scorso. Abbiamo aperto due reparti di degenza ordinaria invece di uno mezzo vuoto l’estate scorsa. In terapia intensiva ho 10 pazienti, contro i 3-4 dell’anno scorso. Insomma, c’è una pressione maggiore, ancora niente di drammatico sia ben chiaro, ma la situazione è più impegnativa”, dice Zanoni.
Rispetto ad agosto del 2020 tra i pazienti ci sono più giovani. “In terapia intensiva abbiamo avuto anche un ragazzo di 23 anni, senza comorbilità, che è stato intubato e poi estubato. L’età media dunque si è molto abbassata anche nelle degenze ordinarie dove però arrivano forme di malattia più leggere. Gli anziani sono pochissimi, così come i non vaccinati”, racconta l’esperto. E per quanto riguarda le terapie intensive, il medico del Sant’Orsola spiega che i 9 ricoverati per polmonite bilaterale “sono tutti non vaccinati, a parte uno”.
“Se non avessimo i vaccini avremo il triplo dei malati. I vaccini poi non coprono al 100% ma al 98%, per cui c’è sempre quel 2% di possibilità di sviluppare la malattia che però non è una forma lieve, breve, leggera. È vero anche che i vaccinati possono essere contagiosi, ma gli studi mostrano che il tempo di contagiosità si riduce a un quarto, quindi con meno possibilità di far circolare il virus.A meno di nuove varianti il vaccino funziona. Stiamo proteggendo le parti ricche del mondo, dove non è stata fatta una campagna vaccinale e dove c’è un’ampia circolazione del virus le probabilità che si sviluppino altre varianti è alta”, spiega Zanoni.