In un cassonetto della spazzatura della prima periferia di Bologna è stato trovato il corpo fatto a pezzi di Emma Pezemo, 31 anni, la ragazza del Camerun che studiava nel capoluogo emiliano per diventare operatrice socio sanitaria e che era scomparsa nel weekend. A lanciare l’allarme alla polizia sono state le coinquiline: l’amica sabato sera non era più rientrata a casa dopo una giornata trascorsa fuori. Nella tarda serata di domenica è stato ritrovato il corpo della giovane camerunense. Quello del suo fidanzato, poco dopo, impiccato nel suo appartamento. Per gli inquirenti si è trattato di un omicidio-suicidio.
Secondo le prime ipotesi il fidanzato di Emma Pezemo, Jacques Honorè Ngouenet, 43 anni, anche lui del Camerun, in cura per alcuni problemi psichiatrici, avrebbe ucciso la fidanzata e poi si sarebbe suicidato. Il corpo di Emma è stato fatto a pezzi, probabilmente con un’ascia o una grossa mannaia, poi gettato in un cassonetto dei rifiuti. Secondo gli investigatori si è trattato di un omicidio suicidio, ad avvalorare questa pista sarebbe stato anche un biglietto che l’uomo ha lasciato prima di morire all’interno del quale ci sarebbero elementi che fanno capire le sue responsabilità nel fatto.