Una bambina di 4 anni è morta nella notte tra il 20 e il 21 ottobre 2020 all’ospedale Sant’Orsola di Bologna a causa di una diagnosi errata che ha confuso una fatale occlusione intestinale con una semplice gastroenterite. L’errore non è rimasto isolato, ma è stato seguito da una serie di false dichiarazioni da parte del personale sanitario, nel tentativo di coprire l’accaduto. In particolare, l’infermiera in servizio quella notte aveva dichiarato al pm che indagava sul decesso che la piccola “appariva in atteggiamento giocoso” descrivendola in uno stato di benessere molto lontano dalla realtà. Queste dichiarazioni, come rivelato dalla giudice Valeria Bolici nelle motivazioni della sentenza, erano volte a proteggere non solo i colleghi medici responsabili dell’errata diagnosi ma anche se stessa da potenziali procedimenti penali. Nonostante sia stata assolta dall’accusa di favoreggiamento grazie a una disposizione che permette la difesa in caso di necessità, è stato chiaro che l’infermiera fosse a conoscenza delle vere condizioni della piccola e del grave errore commesso.
Per la giudice, “è accertato oltre ogni ragionevole dubbio, che nel descrivere le condizioni assai migliori rispetto alla situazione effettivamente riscontrata”, l’infermiera “fosse ben consapevole di ostacolare la ricostruzione delle responsabilità dei medici per l’omicidio colposo della bambina”. Mentirono tutti sulla ricostruzione di quella notte per coprire il madornale errore medico.