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    Bologna, esponenti di Fratelli d’Italia schedano le case popolari degli stranieri: “Non siamo razzisti”

    Come ha spiegato a TPI il parlamentare Galeazzo Bignami, il video sarebbe poi scomparso dai social network proprio per volere di Facebook. I due esponenti hanno comunque voluto realizzare un altro video per motivare le loro intenzioni

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 11 Nov. 2019 alle 14:27 Aggiornato il 11 Nov. 2019 alle 14:59

    Bologna case popolari, Fratelli d’Italia scheda quelle agli stranieri

    Bologna case popolari: lo strano caso sollevato da Fratelli d’Italia. Il parlamentare Galeazzo Bignami e il consigliere comunale di Bologna Marco Lisei hanno trascorso un cospicuo lasso di tempo con un cellulare in mano camminando per le vie di Bologna e inquadrando i campanelli degli inquilini delle case popolari Acer per mostrare quelle assegnate a stranieri.

    “Qui abita Mohamed con la famiglia…qui due albanesi…in questa palazzina altri immigrati…”: in un video pubblicato su Facebook e in seguito rimosso due esponenti di Fratelli d’Italia di Bologna hanno effettuato una sorta di “schedatura” passando in rassegna citofoni e portoni e mostrando nomi e cognomi e indirizzi degli stranieri che occupano alloggi popolari del capoluogo emiliano.

    L’episodio è stato denunciato inizialmente da Cathy La Torre, promotrice della campagna “Odiare ti costa“, la quale ha presentato una segnalazione al Garante della privacy dando visibilità al caso che con il passare delle ore ha assunto sempre maggiore gravità.

    Come spiega l’avvocata a TPI, Galeazzo Bignami e Marco Lisei, entrambi di Fratelli d’Italia, hanno fatto un giro per le case popolari di Bologna, videocamera accesa, comunicando in diretta Facebook al “popolo” quali siano le case abitate da stranieri e dove trovarle.

    Riprendendo i loro citofoni e leggendo uno ad uno i nomi degli abitanti di quelle case. Di quei filmati, ovviamente, non è rimasto nulla.

    Alla nostra domanda sul perché in rete non sia più possibile visionarli

    La sola risposta di Bignami è stata:”Facebook ha rimosso il video della diretta”. Anche di fronte alle nostre insistenze.

    Sono stati passati in rassegna diversi fabbricati di alloggi popolari a Bologna: l’inquadratura mostra i nomi sui portoni e sui campanelli d’ingresso sottolineando in molti casi come la maggioranza degli inquilini siano immigrati. Famiglie che occupano abusivamente quelle case? Che non sono in regola con il pagamento dei canoni? Il video non lo specifica, si limita a mettere in evidenza l’origine di chi vi abita per arrivare a dimostrare una “discriminazione” a danno degli italiani.

    E la riservatezza? “Ci diranno che stiamo violando la privacy – dice Bignami – ma non ce ne frega assolutamente nulla, perché se stai in un alloggio popolare e c’è il tuo nome sul campanello bisogna che ti metta nell’ottica che poi qualcuno può andare a vedere”.

    “Persone che, ricordiamolo, abitano in quelle case legittimamente, non le hanno rubate a nessuno, sono state assegnate loro per diritto”, scrive invece l’avvocata.

    Quale sarebbe la loro colpa? Perché sottoporli a questa violenza?

    “Vivere in una Regione in cui si è in piena campagna elettorale e la ricerca disperata del voto per la poltrona esige di rivolgersi agli elettori parlando ai loro istinti più bassi. Poiché però non siamo (ancora) in un’Italia nazista, ma in uno Stato di Diritto retto dalla Costituzione Italiana, ricordo ai due Colleghi Avvocati e candidati che per la legge, la diffusione di nomi, cognomi indirizzo di residenza degli assegnatari degli alloggi popolari per essere lecita deve ricevere il consenso degli interessati.
    Senza tali requisiti la diffusione viola la normativa in materia di protezione dei dati personali”.

    Cathy La Torre si è accertata che non risulta alcun consenso di quei cittadini alla pubblicazione e diffusione dei propri dati, il video postato dai due politici è un trattamento di dati personali illecito e non autorizzato.

    “Per questo ho già inviato una segnalazione al Garante della Privacy per la violazione degli artt. 6, 13 e 35 del Reg. UE 2016/679”.

    Non è però tardata ad arrivare anche la risposta video delle due persone coinvolte che hanno spiegato così l’accaduto:

    “Francesco, mi hanno accusato di odio razziale, lui ci ha fatto una segnalazione sulle case popolari di Bologna assegnate prevalentemente agli extracomunitari e non mi sembra razzismo dirlo, la bolognina si sta ghettizzando. Per me le case popolari vanno assegnate prima agli italiani. Quando vedono uno di colore, che non è di sinistra, vanno su di giri”.

    Qui la risposta completa:

     

    Nel frattempo, l’avvocata LaTorre, ha lanciato un link al quale è possibile presentare reclamo da parte dei cittadini che hanno subito tale violazione: https://www.garanteprivacy.it/…/modulistica-e-servi…/reclamo.

     

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