Blitz contro pirateria e Iptv illegali: sequestrata la piattaforma Xtream Codes
La Guardia di Finanza oggi 18 settembre ha dato il via ad un’operazione internazionale contro la pirateria e le Iptv illegali e ha sequestrato la piattaforma Xtream Codes, che permetteva a oltre 5milioni di italiani di guardare a prezzo ridotto su paytv e webtv i canali di Sky, Mediaset Premium, Dazn, Netflix e Infinity. Al momento del blitz contro le Iptv c’erano online circa 700mila utenti che adesso rischiano dai 2500 ai 25mila euro di multa.
Dietro al software Xtream Codes e al sistema delle Iptv illegali ci sarebbe un’organizzazione criminale transnazionale e nei suoi confronti la Procura di Napoli ha emesso simultaneamente otto ordini europei di indagine in Olanda, Francia, Grecia, Germania e Bulgaria, con numerose perquisizioni anche sul territorio nazionale per smantellare le centrali dell’associazione pirata.
Blitz contro pirateria e Iptv illegali: l’indagine
L’indagine sulle sul complesso sistema di pirateria online e le Iptv illegali è stata portata avanti in collaborazione con l’agenzia europea Eurojust ed ha già individuato 25 responsabili, tra cui due uomini greci, ideatori della piattaforma. Il quartier generale dell’organizzazione in Italia è Napoli ma sono ben 9 le città coinvolte in diverse regioni italiane. Nel corso della mattinata uno degli inventori di Xtream Codes, Christos Papaoikonomu, è stato arrestato a Salonicco con in tasca oltre 110mila euro in contanti e il colonnello Giovanni Reccia, comandante del Nucleo speciale tutela della privacy e frode tecnologica, ha già avvertito che anche gli utenti italiani saranno perseguiti.
Blitz contro pirateria: come funziona la piattaforma Xtream Codes
Il funzionamento della piattaforma Xtream Codes è piuttosto complicato. I pirati del web riuscivano a captare il segnale televisivo e a trasformarlo in un flusso di dati digitali, che veniva poi comprato da alcuni rivenditori, incaricati di offrire all’utente finale un pacchetto di abbonamenti ai canali tv. Per accedere al servizio l’utente non doveva fare altro che scaricare un programma da un sito online e pagare una piccola quota di abbonamento alla società rivenditrice. L’utente poteva poi a sua volta diventare “complice” dell’intero sistema, usufruendo di uno “sconto”, a patto di rivendere il servizio ad altre persone.
Le Iptv illegali bloccate al momento sono in totale 30 per un giro di affari di oltre due milioni di euro.