“È stato un raptus. Piangeva troppo forte. Non volevo”. Queste le parole che Federico Zeoli avrebbe pronunciato per giustificare la brutale aggressione nei confronti della piccola di 22 mesi, figlia della compagna, avvenuta a Genzano il 14 febbraio. Il 25enne di Campobasso è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio.
L’uomo, che, secondo quanto riportano fonti della questura avrebbe precedenti per stalking e lesioni, da un paio di mesi convive con la sua fidanzata e le due gemelline della donna. Solo qualche giorno fa, Zeoli aveva pubblicato sulla sua bacheca Facebook una foto in cui era ritratto insieme alle due bimbe.
La furia dell’uomo ha ridotto quasi in fin di vita una delle due gemelline. Ora la bambina è ricoverata nel reparto di rianimazione dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma. Sul corpicino della piccola i medici hanno trovato i segni evidenti della violenza: graffi e morsi, ferite sulla pelle e un ematoma cerebrale. La piccola è stata immediatamente sedata per permettere all’ematoma di riassorbirsi.
Gli inquirenti stanno indagando per capire se quello del 14 febbraio sia stato un caso isolato o se, invece, ci siano stati altri episodi di violenza nei confronti delle piccole. Il sospetto esiste, visto che i medici pare abbiano trovato sul corpo della piccola anche escoriazioni non recenti.
La storia della piccola di 22 mesi di Genzano ricorda quella del piccolo Giuseppe, massacrato di botte dal compagno della madre. L’uomo, 24 anni, è finito in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi.
Ucciso a mani nude perché aveva rotto il lettino nuovo. “Lo avevamo appena comprato”. Sarebbe questa la motivazione con la quale Tony Essoubti Madre, ha spiegato la sua furia.
Un raptus, secondo il giovane, che lo avrebbe spinto a scagliare tutta la sua rabbia contro due dei tre figli della sua compagna, fino a uccidere il piccolo Giuseppe, 7 anni, e a ferire gravemente la sorellina di 8.
È il Corriere della Sera a entrare nei dettagli: Tony racconta che “i bambini facevano chiasso, giocavano, si rincorrevano, saltavano. Lo facevano andando avanti e indietro per tutto il piccolo appartamento, ma soprattutto nella loro cameretta. E lì hanno spaccato la sponda di un letto. Mi sono infuriato”.