Bergamo, domani requiem al cimitero con Fontana: Como (Cgil) in sciopero della fame
E’ polemica sul Requiem di Donizetti, che verrà eseguito domani al cimitero di Bergamo per ricordare le vittime della pandemia da Coronavirus: dopo l’annuncio della presenza del governatore lombardo Attilio Fontana, davanti alla sede del Comune da ieri è stato creato un presidio continuo per protestare. Non solo contro la presenza del presidente della Regione in un momento così importante e toccante per la comunità, ma anche per la gestione dell’emergenza sanitaria. Eliana Como, componente del direttivo di Cgil nazionale e portavoce dell’area di opposizione del sindacato, ha annunciato lo sciopero della fame.
“Abbiamo appena avuto conferma – spiega nel video Como – che Fontana domani parteciperà al requiem che si terrà al cimitero di Bergamo in presenza di Mattarella e dei sindaci della provincia. A me sembra incredibile che Fontana abbia il coraggio di presentarsi domani per i morti di una strage di cui lui è in parte responsabile. Ogni ora che passa, questo requiem diventa sempre più distante dalla città. Dalle due le strade intorno al cimitero saranno blindate perché la cittadinanza non deve nemmeno avvicinarsi. Ma il cimitero è il luogo simbolo della strage di questa città e del dolore collettivo che ha subito. Trovo inaccettabile che Fontana domani sia presente. Noi fin dall’inizio abbiamo deciso di non contestare il requiem, che diventa però sempre più lontano dal sentire di questa città. Diventa sempre più complicato da accettare”.
Della sua decisione di avviare uno sciopero della fame, Como ha dichiarato in un’intervista che “non è un gesto di disperazione: io non sono disperata, sono arrabbiata, Arrabbiata come le tante cittadine e cittadini di Bergamo, che hanno organizzato questo presidio. So di non essere sola: ho la consapevolezza che stiamo costruendo con questo presidio una storia collettiva a partire dalle nostre storie. So che tante delle mie compagne, con cui sono in una relazione di sorellanza femminista, si stanno preoccupando. A loro dico di non preoccuparsi: so quello che sto facendo”.
Anche il Comitato “Noi Denunceremo” si fa sentire: “Come rappresentante del Comitato – ha detto il vicepresidente Stefano Fusco – e, pertanto, quale portavoce dei parenti delle vittime, vorrei solo essere capace di nascondere la mia irritazione. Ma ormai avete imparato a conoscermi. E sapete che non riuscirò a farlo. Non siamo avvezzi a questo tipo di cerimonie istituzionali ma ho chiarito in modo inconfutabile agli organizzatori di questo evento che non avrei in nessun modo condiviso alcuno spazio fisico con il Presidente della Regione, considerato quello che il Comitato ed io incarniamo come principi e fini istituzionali. Mi auguro che il Governatore possa cogliere questa occasione per sentire il dolore di Bergamo e dei bergamaschi, e che, davanti al cimitero monumentale che è stato il simbolo di un’ecatombe, prenda coscienza di questo dolore chiedendo pubblicamente scusa ai cittadini, che non hanno potuto per protocollo partecipare a quel funerale mai celebrato ed in nome del quale questo evento pubblico è stato organizzato. Atto di ammenda che alcuni hanno fatto e che tanti altri dovranno fare”.
L’inchiesta di TPI sulla mancata chiusura della Val Seriana per punti:
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