Matteo S., la barca che porta il nome di Salvini al porto di Lampedusa
Spunta a poche miglia da Lampedusa una barca che porta il nome dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini: si chiama Matteo S.
In un video pubblicato dal sito di Repubblica, si vede la barca a vela ormeggiare al porto mentre sventola bandiera tedesca e un banner con la scritta della Ong Lifeline, che lunedì 26 agosto ha salvato 101 migranti al largo della Libia e ora attende un porto di approdo per la sua nave, Eleonore, davanti al confine con le acque territoriali di Malta.
Matteo S., la barca che porta il nome di Salvini a Lampedusa – VIDEO
Credits: Repubblica.it
Martedì 27 agosto l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini ha firmato il divieto di transito nelle acque territoriali italiane per l’imbarcazione Eleonore, controfirmato poi anche dai ministri della Difesa e delle Infrastrutture Trenta e Toninelli.
La barca Matteo S. a Lampedusa potrebbe davvero essere una provocazione della Ong, considerato che la Lifeline non è mai rimasta in silenzio sulle prese di posizione di Salvini e già a gennaio scorso aveva fatto transitare la stessa barca ‘Matteo S.’ a Lampedusa in un’azione dimostrativa riportata sempre dal sito di Repubblica.
Sul sito che traccia il transito delle navi in acque territoriali e internazionali, Vessel Finder, la barca risulta registrata come Matteo S. e definita “imbarcazione di piacere” adibita al transito di passeggeri, che batte appunto bandiera tedesca.
Potrebbe rimanere in porto oppure raggiunge la nave Eleonore a Malta per dare supporto ai 101 migranti a bordo che attendono da quattro giorni un porto di sbarco.
Matteo S., la barca che porta il nome di Salvini – Mare Jonio a Lampedusa
Eleonore non è l’unica nave umanitaria che sosta davanti a territoriali in attesa di far scendere i le persone soccorse nel Mediterraneo, in questi giorni.
A Lampedusa la nave della Ong Mediterranea Mare Jonio aspetta di far sbarcare i migranti soccorsi il 28 agosto al largo della Libia. Dei 100 naufraghi salvati, 66 tra donne e bambini sono sbarcati ieri per via dello stato vulnerabile, ma la Ong denuncia le condizioni precarie in cui vertono coloro che sono ancora a bordo, tra cui ancora altri piccoli bambini.
“Sottolineiamo che questa emergenza non può evidentemente essere risolta con il semplice invio di bottiglie di acqua. Allarmante inoltre la presenza a bordo di rifiuti derivanti dal salvataggio e dalla permanenza a bordo dei naufraghi, come i vestiti impregnati di benzina e di deiezioni”, ha fatto sapere oggi Mediterranea in una nota.
“Il rischio di malattie comunitarie è aggravato dalla mancanza d’acqua, con conseguenti possibili danni per la salute di naufraghi ed equipaggio”, conclude la Ong.
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