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    Bologna, bar costretto alla chiusura per mancanza di personale: “Offriamo 1300 euro al mese ma nessuno risponde”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 4 Lug. 2022 alle 09:15

    Bologna: il bar Terzi costretto alla chiusura per mancanza di personale

    Costretto a chiudere per mancanza di personale: è quanto accaduto al caffè Terzi di Bologna, storico bar situato in piazza Aldrovandi che ha abbassato le saracinesche per mancanza di camerieri nonostante i 1300 euro al mese netti offerti.

    “Chiuso per mancanza di personale, ma se sei barista e vuoi lavorare chiama, così potremo riaprire”: è quanto si legge sul cartello affisso sulla saracinesca del chiosco nei giorni scorsi.

    Secondo quanto riferito dall’edizione locale de La Repubblica, i titolari del locale offrono un contratto a tempo di indeterminato con stipendio netto di 1.300 euro al mese per 6,40 ore al giorno, sei giorni a settimana. Nonostante questo, però, non sono riusciti a trovare personale, motivo per cui sono stati costretti a chiudere il chiosco per tenere aperto un altro bar gestito sempre in centro, in via Oberdan.

    “Personale non se ne trova, non rispondono nemmeno all’annuncio – rivela all’Ansa la titolare del bar Elena Terzi – Da quando è apparso il cartello, circa una settimana fa, abbiamo avuto solo una richiesta di appuntamento, da parte di una persona che poi non si è presentata. Abbiamo avuto qualche telefonata, ma di baristi esperti non se ne parla. Qualcuno che cerca lavoro ci ha contattato, ma spesso sono persone che hanno fatto il barista per due mesi e tanto tempo fa”.

    “Noi offriamo un’assunzione regolare come barista di quinto livello, con contratto collettivo nazionale del lavoro” aggiunge la titolare. Alcuni chiedono di avere libero il week end, altri di lavorare part time e per questo poi finiscono per non essere interessati all’offerta: “Capita anche, alcune volte, che persone con la disoccupazione o il reddito di cittadinanza chiedano di poter lavorare 5-6 ore alla settimana in nero, per arrotondare”.

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