Bar le offre mille euro al mese per un full time: “Non vi faccio da serva”
Un bar le offre mille euro al mese per un lavoro full time, lei rifiuta, denuncia la proposta con un post sui social e viene anche insultata da qualche utente.
È quanto accaduto a Sara, una ragazza residente a Cerenova, località costiera del Lazio, che ha ricevuto un’offerta di lavoro da un “noto bar/pasticceria/forno” della zona.
Il contratto pubblicato sui social dalla giovane è a tempo determinato e part-time, prevede 4 ore a settimana di lavoro e 8.100 euro per 14 mensilità.
Ma, stando a quello che racconta Sara, la realtà è ben diversa: “si parla di un lavoro 6 su 7, festivi e domeniche incluse, 7:30h al giorno per uno stipendio di 1000€ per un totale di circa 200h al mese. Ovviamente straordinari non pagati idem festivi, sia chiaro, quasi 5 euro l’ora”.
Da qui lo sfogo della ragazza: “Non esiste nessun genere di pausa, anche andare al bagno è un lusso e naturalmente non ti passano nulla da mangiare nonostante gli orari lo prevedano”.
“Ora veramente vogliamo continuare a dire che il problema sono i giovani, il reddito, il non voler fare la gavetta, la mancanza di voglia. Questo è sfruttamento. Iniziate a pagare i dipendenti come si deve e vedrete che fila fuori i vostri locali. Ovviamente io il contratto l’ho rifiutato, nonostante abbia bisogno di lavorare, ma alla soglia dei quasi 30 anni sono davvero stufa di fare la serva. Io a farvi ingrossare il culo non ci sto più” conclude Sara.
Non solo: dopo la sua denuncia, Sara è stata anche insultata da un utente, così come dimostra una chat pubblicata dalla stessa ragazza tra i suoi commenti.
“Idiota, ma fatti la gavetta e il culo – le ha scritto un certo Roberto – Sei una morta di sonno che rimarrà una povera fallita”.
La vicenda è stata commentata anche dal segretario della Cgil Roma e Lazio Natale Di Cola, che su Facebook ha scritto: “Sara è una giovane lavoratrice. Alcuni giorni fa ha denunciato sui social una proposta di lavoro indegna di un bar del Lazio. In questi giorni, purtroppo, c’è anche chi la deride e la offende per aver detto no allo sfruttamento e al lavoro nero”.
“A Sara diciamo che non è sola, è una di noi, le faremo quadrato attorno. Quelle frasi, però, colpiscono, insieme a lei, intere generazioni vittime della retorica della gavetta e del sacrificio che non sono altro che sfruttamento, precarietà e lavoro povero”.
Leggi l'articolo originale su TPI.it