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    Bambino ucciso a “calci, pugni e bastonate”: si aggrava la posizione del ‘patrigno’ del piccolo Giuseppe

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 31 Gen. 2019 alle 08:46 Aggiornato il 31 Gen. 2019 alle 08:47

    Omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Resta in carcere con questa accusa e in isolamento Tony Essobti il 24enne italo-tunisino accusato di aver ucciso Giuseppe, il bimbo di 7 anni malmenato a calci, pugni e con il manico di una scopa nella sua casa di Cardito, in provincia di Napoli, domenica 27 gennaio.

    Questa la decisione del gip Antonio Santoro che ha convalidato il fermo. Sono proprio i “futili motivi” ad aggravare la posizione del giovane “patrigno” di Giuseppe.

    Al 24enne, nato ad Acerra da padre tunisino e madre italiana, piccoli precedenti di polizia, venditore ambulante, viene contestato anche il reato di lesioni aggravate per quanto riguarda la sorella di 8 anni di Giuseppe, ora protetta in ospedale al Santobono di Napoli, dove è assistita da psicologi, e presto portata con l’altra figlia di V.C. di 4 anni, illesa, in una struttura l’accoglienza per minori.

    Intanto emergono nuovi particolari dagli interrogatori di Tony, mentre la procura di Napoli Nord avrebbe disposto “accertamenti” sul ruolo della madre, che continua a confermare agli inquirenti di non aver denunciato “per paura”.

    Secondo quanto raccontato dal suo compagno la donna avrebbe cercato di fermarlo, senza riuscirci.

    Il giovane ha detto di aver “sottovalutato la portata delle ferite” inferte al bambino, perdendo quelle due-tre ore risultate poi fatali per la sua sopravvivenza.

    Il 24enne ha inoltre raccontato della difficile convivenza con la compagna, madre di tre figli avuti da una passata relazione.

    “Il ragazzo è in crisi, è distrutto, non riesce a capacitarsi di come possa aver fatto una cosa cosi’ grave” ha spiegato il suo difensore, l’avvocato Michele Coronella, che ha parlato di “momento di follia pura in cui non si è reso conto di cosa faceva. Non escludiamo la possibilità di un’istanza anche di vista psichiatrica”.

    Coronella al momento non ha chiesto misure alternative, ma, precisa, sta studiando il caso e una perizia psichiatrica potrebbe rendersi necessaria per comprendere se il 24enne fosse lucido in quei momenti.

    Tony, ribadisce il legale, esclude anche che V.C., la sua compagna, abbia avuto un ruolo attivo nella vicenda, anzi, con lei, avrebbe spiegato al gip, dopo le percosse, “sono stato io a minimizzare l’accaduto”.

    Il 118 infatti è stato allertato dalla sorella di Tony, da lui chiamata, quando la donna ha visto il bambino sul divano. “Ma erano già trascorse circa due ore dal brutale pestaggio”.

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