Una bambina contesa, due Paesi coinvolti, due campioni di scacchi in guerra per l’affidamento, una raccolta fondi online e accuse reciproche tra le parti. Questi gli ingredienti di una vicenda mediatico-giudiziaria che lascia aperti ancora alcuni interrogativi.
Il caso vede coinvolti due scacchisti e gran maestri: Roberto Mogranzini e Martha Lorena Fierro. Il primo accusa la seconda di aver rapito la figlia. Martha Fierro, scacchista e già Console dell’Ecuador a Genova, sostiene di aver rispettato la legge e di aver agito nell’interesse della bambina.
In questa vicenda rimane lo spazio per alcune domande, a partire dal mancato spazio concesso alla madre sulla stampa italiana e la cui voce è stata raccolta da TPI, per la prima volta.
I due scacchisti hanno una relazione da cui nasce una bambina, Isabella, nata con cittadinanza italiana, ecuadoriana e statunitense. La bambina cresce tra Italia, Ecuador e Stati Uniti ma le versioni dei due ex partner non concordano. Mogranzini sostiene che la bambina abbia passato i primi anni in Italia, mentre Martha Fierro nega questo fatto.
La relazione termina nel 2018. Mogranzini si rifà una vita insieme a una nuova compagna, e ha altri figli. Per un periodo, la bambina frequenta entrambi i genitori e il fratello.
Nella primavera del 2020, il Tribunale di Genova stabilisce l’affidamento in via congiunta ai genitori, con collocamento prevalente presso la madre, e con ampi spazi di frequentazione padre-figlia. Poi qualcosa cambia, a seguito del trasferimento della Console dall’Italia in Ecuador, insieme alla bambina.
Roberto Mogranzini accusa l’ex compagna di aver trasferito la figlia contro il suo volere, sfruttando il passaporto diplomatico. Si incatena di fronte a palazzi pubblici, presenta denunce, lancia un appello a Le Iene e segnala l’inerzia delle istituzioni italiane.
Martha Fierro risponde all’accusa, sostenendo che il trasferimento sia stato effettuato legalmente. Tra i diversi procedimenti legali, la vicenda finisce di fronte al Tribunale di Guayaquil (Ecuador) che stabilisce il mantenimento della residenza della minore nel Paese, ma la cui decisione viene contestata dai legali di Mogranzini, seguito dall’avvocata Anna Maria Bernardini De Pace.
I legali contestano decisione e procedimenti del Tribunale ecuadoriano e la violazione degli accordi di custodia, oltre al trasferimento, ritenuto illecito, della minore.
Oggi la vicenda giudiziaria prosegue, con un ricorso in Cassazione in Ecuador e un nuovo procedimento giudiziario in Italia: il pm ha citato in giudizio la madre, con udienza prevista per il 22 giugno 2023.
È proprio la madre, oggi, a dare voce alla sua versione dei fatti.
Cos’è successo esattamente con sua figlia?
«Isabella ed io siamo arrivate in Italia dall’Ecuador il 13 settembre 2017, in quanto ero stata nominata Console dell’Ecuador a Genova. Il 9 febbraio 2021, alla scadenza del mandato, siamo tornate in Ecuador. Poco tempo dopo Mogranzini ha iniziato a sostenere che io avessi rapito nostra figlia».
Qual è la sua versione dei fatti?
«Non è vero che io e Isabella avevamo già vissuto in Italia prima del 2017. Inoltre non c’è stato alcun rapimento: è stato lui stesso ad autorizzare il passaporto di Isabella e a fornirmi una deroga con “potestà ampia” affinché potessi rivolgermi ad ambasciata e tribunale dei minori per ottenere un passaporto e altri documenti. Questo documento da lui fornito è stato sempre valido, ma poi lo ha revocato improvvisamente a marzo 2021, quando noi eravamo già in Ecuador, ed è allora che ha iniziato a raccontare questa storia falsa del sequestro. Non c’è nulla di vero, io ho lasciato l’Italia con tutti i documenti in regola».
Com’è proseguita la vicenda?
«Lui non si assume e non si è mai assunto alcuna responsabilità in quanto padre: io ho sempre pagato la scuola, il dottore, i vestiti e tutto il resto, e continuo a farlo. Lui è, ed è sempre stato, un padre assente, non è una novità. Come se non bastasse, ha anche una denuncia in Ecuador per maltrattamenti fisici ed emotivi contro una minorenne. Alcune settimane fa ha presentato un’altra denuncia presso l’ente di protezione dell’infanzia in Ecuador con ulteriori falsità, sostenendo che mia figlia non venga curata e che non vada a scuola. Non solo lei non ha praticamente mai saltato un giorno di scuola, ma l’ente è venuto a controllare la situazione a casa mia e ha potuto constatare che Isabella vive bene, è felice, ha una stanza e un bagno tutto per lei in una casa grande».
Cosa ha deciso il tribunale in Ecuador?
«Mogranzini è venuto in Ecuador per denunciarmi per sottrazione di minore. Il tribunale ha esaminato il caso e i documenti e ha dato ragione a me, stabilendo che Isabella sarebbe dovuta rimanere in Ecuador. Lui ha poi fatto ricorso, ma l’esito è stato il medesimo. I giudici e i periti hanno intervistato Isabella molte volte, e lei ha potuto raccontare molte cose: non solo che vuole rimanere in Ecuador, ma anche altri fatti molto importanti che il pubblico non sa e che scelgo di tenere privati per il bene di mia figlia».
Cos’è, secondo te, che Mogranzini spera di ottenere con ciò che dice?
«Non so se lui voglia screditare la mia immagine di madre o usare la mia posizione lavorativa per sostenere che io abbia fatto qualcosa contro la legge, però è tutto falso. Credo che il signor Mogranzini stia facendo tutto questo show mediatico per un tornaconto economico, pubblicando tra l’altro foto e video di mia figlia che mi sono sembrati abbastanza inappropriati. Sembra che intorno a questa situazione si stia creando quasi un business per lui: ha cominciato una raccolta fondi e ha ricevuto 54mila euro. Vuole solo farmi del male, ma in questo modo non capisce che ne fa soprattutto a sua figlia».
Come vive Isabella adesso, e come sta affrontando questa situazione?
«Isabella sta benissimo: va in quarta elementare, ha ottimi voti, fa sport e ha vinto anche delle medaglie. Inoltre suona il pianoforte. È molto felice perché è in Ecuador, qui dove ha sempre vissuto. Certamente però questa situazione non è facile per lei, e con ogni nuova denuncia si vengono a creare situazioni spiacevoli che hanno un impatto importante. Per di più, questa campagna mediatica viola la privacy di Isabella, perché nelle foto pubblicate si vede chiaramente che è lei, e tutto ciò che lui racconta rimane in rete: mia figlia ha un’età in cui inizia a usare internet, e vedere il suo nome potrebbe crearle problemi in futuro, per non parlare del rischio legato all’esposizione di una minorenne sul web. Addirittura in un video, Mogranzini, aveva detto dove viviamo in Ecuador».
Hai provato a intraprendere una strada diplomatica col padre? Perché non ha funzionato?
«Certamente: lui ha avuto la possibilità di vedere Isabella durante i processi, e anziché abbracciarla si è nascosto per non farsi vedere. Non ha mai chiesto di vederla, e mi domando perché. Inoltre, dopo che io ho vinto la causa gli è stata data la possibilità di mediare affinché potesse incontrare Isabella gradualmente, in modo che lei non lo rifiutasse, ma lui non ha voluto farlo. Non comprendo perché, se non ha interesse nel vederla, abbia messo in piedi questo teatrino mediatico».
*** “Nell’articolo “Bambina “rapita” in Ecuador, la madre a TPI:” Tutto falso: la stampa italiana non mi ha mai ascoltata”, apparso sul Vostro sito online il 15 dicembre 2022, si legge che la piccola Isabella non avrebbe vissuto in Italia prima del 2017. Isabella Mogranzini è nata a Perugia il 14.05.2014. La famiglia ha fissato la residenza a Perugia, dove la bambina ha frequentato la Scuola dell’Infanzia da febbraio 2016 a maggio 2017. La madre è stata nominata Console dell’Ecuador a luglio 2017 a Genova, dove la famiglia si è trasferita. A Genova, dai 3 ai 6 anni, Isabella ha frequentato la scuola internazionale. Isabella ha vissuto a Genova, sempre, fino al 9.02.2021, quando è stata arbitrariamente sottratta dalla madre e condotta in Ecuador. Il padre ha sempre negato il proprio consenso a qualsiasi viaggio della minore in Ecuador in sua assenza. La madre ha utilizzato il passaporto diplomatico della bambina (detenuto in qualità di figlia di Console) che il padre aveva chiesto venisse revocato. I genitori si erano separati con decreto del Tribunale di febbraio 2020 e il padre non ha mai mancato un giorno di visita alla figlia; ha sempre versato puntualmente l’assegno di mantenimento e pagato le spese straordinarie; ha sempre accompagnato Isabella alle attività pomeridiane nei giorni di propria responsabilità e ha sempre partecipato alle riunioni scolastiche e alle visite mediche. Il padre ha chiesto ripetutamente di poter incontrare la figlia. Nel corso della prima udienza di appello del 1° aprile 2021, tenutasi davanti alla Corte dell’Ecuador, i giudici hanno invitato i genitori a trovare un accordo, il padre ha fatto la propria proposta, mentre la madre ha impedito, di fatto, una ripresa del rapporto padre- figlia, limitandosi a rispondere che i video incontri sarebbero dovuti riprendere alla presenza di uno psicologo infantile, e che qualsiasi incontro di persona sarebbe dovuto avvenire in Ecuador “sotto sorveglianza” del nonno materno. Infine, sono da respingere le insinuazioni malevoli sulla regolarità della raccolta fondi, che è stata organizzata da persone di specchiata onestà.”
Roberto Mogranzini