Balneari, Briatore: “Sarebbe giusto che pagassi 500mila euro. Abbiamo sempre pagato poco o niente”
“Sarebbe giusto che di concessione pagassi 500mila euro”. Flavio Briatore torna sulla questione delle concessioni e si dice a favore di un regime più oneroso per i balneari.
“Certo, al demanio abbiamo sempre pagato poco o niente”, ha ammesso al Corriere della Sera, invocando la messa a gara di parte delle concessioni. “Vanno tutelate il più possibile le famiglie che vivono solo di quella concessione. Per me non dovrebbero neanche fare le aste. Gli altri sì: si fissino criteri e poi si facciano le gare”, sostiene Briatore.
Il pericolo da evitare, per l’imprenditore, è pochi grandi gruppi finiscano per aggiudicarsi le concessioni. “Cos’è successo a Saint Tropez? Tre grandi gruppi si sono messi d’accordo e si sono presi tutte le spiagge. E han buttato fuori tutte le imprese familiari”, ha affermato il 72enne cuneese, titolare del Twiga. Lo stesso stabilimento di Forte dei marmi in cui aveva quote anche Daniela Santanchè prima di diventare ministro del Turismo del nuovo governo Meloni.
“L’ho detto anche alla Daniela, che era mia socia prima di diventare ministro”, ha detto nell’intervista di Gian Antonio Stella. “Io partirei dal valore della zona, perché una cosa è Catanzaro Mare e un’altra Portofino. Poi farei un tot a ombrellone. A contare gli ombrelloni non è che ci vuole un genio. Pochi mesi e la mappatura si fa”, ha aggiunto Briatore,
“Lo so che la Lega e Fdl sono molto sensibili sul tema. E non va bene, perché tieni bloccato il sistema. D’altra parte che fai? Ci marciano, però, anche dall’altra parte. Sul reddito di cittadinanza. O no?”, il parere di Briatore, già in passato a favore di un canone di 100mila euro l’anno per il suo stabilimento. Dopo quattro anni la cifra è passata a mezzo milione, un ventesimo di quanto dice di aver fatturato l’anno scorso con il Twiga, ossia “dieci milioni di euro”.
Il tema delle concessioni è tornato al centro delle polemiche dopo il tentativo del governo di forzare il divieto europeo alle proroghe delle concessioni, che scadranno il 31 dicembre di quest’anno. La settimana scorsa il Consiglio di Stato ha ribadito che anche l’ultima proroga inserita dalla maggioranza nel decreto Milleproroghe dovrà essere “disapplicata da qualunque organo dello Stato”.