Per la seconda volta in 5 mesi la pagina Instagram del Movimento Culturale ReWriters è stata attaccata e, da ieri pomeriggio, non esiste più. A differenza di agosto scorso, quando l’attacco era avvenuto a seguito della posizione pro-vax della testata giornalistica diretta da Eugenia Romanelli, e per l’uscita del mag-book a sostegno della comunità LGBTQI+, questa volta il popolo dei social si è sollevato al fianco dell’atleta e filosofa Sofia Righetti, influencer molto potente su Instagram e attivista seguitissima per i diritti delle persone con disabilità, che ha ritenuto abilista un articolo scritto il 3 gennaio dalla stessa Romanelli, nonostante, a partire dal titolo, la giornalista si esponesse a sostegno del contrasto all’abilismo, come del resto da Manifesto di ReWriters. Un vero è proprio shit storm ha sommerso ReWriters, con insulti, minacce, segnalazioni di massa della pagina Ig e violenti call-out, fino all’imbavagliamento della testata che, alle 15 di ieri, 8 gennaio, è stata cancellata da Instagram.
Romanelli, che in un primo momento aveva reagito con un articolo contro “le pecore del web”, oggi ha pubblicato le sue scuse: “L’articolo che ho pubblicato il 3 gennaio, intitolato 6 donne instagrammer contro l’abilismo che hanno molto da insegnare, è stato un errore, nella forma, nel metodo e nella sostanza. Ho agito con superficialità e ingenuità nel trattare il tema dell’abilismo, seguendo una mia emozione invece di rispondere alla mia responsabilità di direttrice di testata e di prima firmataria del Manifesto ReWriters e adottare la rappresentazione che le persone con disabilità rivendicano, da anni impegnate proprio in quella riscrittura dell’immaginario che è la mission del nostro movimento culturale”.
In molti stanno esprimendo solidarietà a ReWriters, a partire dalla Giudice cassazionista Paola Di Nicola, la scrittrice Lidia Ravera, la sociolinguista Vera Gheno e la scrittrice Domitilla Pirro, tutte donne che collaborano da tempo con la testata e che, con Romanelli, hanno dato vita a un Comitato di Garanzia del Manifesto ReWriters “di cui faranno parte rappresentanti di tutte quelle diversità che il nostro Manifesto sostiene per dare un segnale chiaro sul fatto che nulla del genere dovrà mai più accadere nel nostro movimento”.
“In realtà – spiega Romanelli – in questione non è la solidarietà con ReWriters ma l’assunzione di responsabilità per aver commesso un grave errore di comunicazione su una questione che ci sta a cuore tanto da essere il punto 6 del nostro Manifesto. Di questo errore, che obbliga a delle scuse, occorre fare tesoro per impegnarsi ancora di più sul delicato tema della rappresentazione delle minoranze, di cui per altro io stessa faccio parte come omogenitore. Soprattutto Vera Gheno e Domitilla Pirro, esperte di linguaggi inclusivi, mi hanno affiancata nel percorso sofferente e difficile che mi ha portato con sincerità al mio Atto di Dolore”.