AstraZeneca, l’Europa si divide anche sulla seconda dose: regole diverse da Paese a Paese
Questa settimana ha segnato una svolta per quanto riguarda la somministrazione del vaccino AstraZeneca in Europa, la cui distribuzione verrà limitata nella maggior parte dei Paesi alle fasce più adulte della popolazione: solo agli over 60 e fino ai 79 anni in Italia, Spagna e Germania, agli over 55 in Francia e Belgio e a partire dai 30 anni nel Regno Unito.
Ma il cambio di passo, deciso con criteri diversi a seconda del Paese dopo le comunicazioni dell’Ema sulla possibile relazione tra i “casi rari di trombosi” e l’inoculazione del vaccino a vettore virale, arriva a campagna avviata: il rimedio di Oxford è stato già ampiamente utilizzato in Europa.
In Italia infatti circa un milione e duecentomila persone, tra docenti, forze dell’ordine e altre categorie prioritarie, hanno ricevuto la prima dose e attendono la seconda a partire da maggio. In Germania 2,85 milioni di cittadini attendono il richiamo dopo il primo shot di siero prodotto dall’azienda anglo-svedese. Ma anche sulla somministrazione della seconda dose di AstraZeneca i Paesi procedono in ordine sparso.
AstraZeneca, seconda dose: cosa ha deciso l’Italia
In Italia il portavoce del Cts, Franco Locatelli, ha confermato oggi che chi ha ricevuto la prima dose di AstraZeneca farà anche il richiamo con il siero di Oxford. “I dati ci dicono che le complicanze si sono avute dopo la prima dose”, ha affermato Locatelli rispondendo a una domanda nel corso di un programma di Sky Tg24.
“Se poi avremo dati differenti rimoduleremo la scelta, ma in questo momento non c’è assolutamente ragione di farlo”. “Nel Regno Unito i decessi sono passati da 1.500 al giorno a poche decine negli ultimi giorni, e lì è stato soprattutto utilizzato il vaccino di AstraZeneca”, ha aggiunto il presidente del Consiglio Superiore di Sanità.
Seconda dose di AstraZeneca: come si muove la Francia
Di parere differente sono le autorità sanitarie d’oltralpe. È di queste ore la decisione della Francia di inoculare un vaccino diverso a chi ha ricevuto già la prima dose di Vaxzevria, nuovo nome commerciale del siero. “Le persone con meno di 55 anni che hanno ricevuto una prima dose di AstraZeneca riceveranno la seconda di un altro vaccino anti-coronavirus”, ha detto il ministro della Sanità Olivier Véran. “È del tutto logico”, ha detto Véran, sottolineando tuttavia che l’annuncio ufficiale arriverà dall’Istituto superiore di Sanità (Has) in una conferenza stampa alle 10. L’Has aveva sospeso il vaccino AstraZeneca per i minori di 55 anni il 19 marzo.
Germania
La Stiko, la commissione tedesca permanente per le vaccinazioni, ha raccomandato già una settimana fa (quando ha vietato di sua iniziativa il siero di Oxford alla fascia degli under 60) che per le persone sotto i 60 anni già vaccinate con la prima dose di AstraZeneca, i richiami vengano fatti con un tipo di vaccino diverso. Possibilmente con tecnologia mRna, e dunque con Pfizer e Moderna. Dunque le 2,85 milioni di persone che in Germania hanno già ricevuto l’inoculazione di AstraZeneca riceveranno un preparato diverso. Gli esperti hanno escluso ogni rischio derivante dal cambio di siero.
Spagna
Il ministro della Salute, Carolina Darias, al termine di una riunione con le Regioni ha dichiarato che non è ancora stata presa una decisione su come procedere con gli under 60 che hanno già ricevuto una prima dose, come docenti o poliziotti. Ma ha fatto sapere che il governo sta valutando “se approvare l’uso di un altro vaccino per la seconda dose”.
Regno Unito
L’Mhra, l’autorità britannica del farmaco, ha adottato un approccio diverso. Nel Regno Unito, dove solo agli under 30 è stato consigliato un rimedio alternativo al siero anglo-svedese, chi ha ricevuto la prima dose di AstraZeneca senza mostrare effetti collaterali può ricevere anche la seconda dose. Chi invece “abbia manifestato coaguli cerebrali o altri coaguli sanguigni dopo la prima dose di vaccino AstraZeneca non deve ricevere la seconda” ha chiarito la numero uno dell’ente regolatore inglese, June Raine.
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