L’Italia rallenta nei vaccini anti-Covid. Dopo che lo scorso 29 aprile il commissario straordinario Francesco Figliuolo ha annunciato il raggiungimento, con due settimane di ritardo rispetto al piano vaccinale, delle 500.000 somministrazioni in 24 ore, negli ultimi giorni c’è stato un rallentamento. Il problema questa volta non è la scarsa disponibilità delle dosi (che al momento in Italia non mancano), ma i vaccini inutilizzati.
Infatti, sono oltre due milioni le dosi di Astrazeneca nei frigoriferi delle regioni: su 6.565.080 fiale consegnate ne sono state somministrate 4.525.107, il 69 per cento del totale. A disposizione ne rimangono dunque 2.039.973, vale a dire il 57,1 per cento di tutte le dosi dei 4 sieri autorizzati dall’Ema e dell’Aifa e non ancora somministrati (che sono complessivamente 3.572.061). Di queste 2 milioni di dosi, una parte deve comunque essere tenuta da parte per i richiami, ma tutto il resto rischia di essere sprecato nonostante il generale Figliulo abbia aperto alla sommistrazione anche per gli under 60.
La diffidenza nel Sud Italia
AstraZeneca sta dando problemi soprattutto nel Sud Italia: in Sicilia un cittadino su due avrebbe rifiutato il vaccino dell’azienda anglo-svedese, mentre in Campania ci sono stati momenti di tensione visto che alcuni over 60 pretendevano di essere vaccinati con Pfizer.
Proprio per i troppi over80 “sospettosi” dalla Sicilia, Musumeci ha annunciato la decisione di “rompere” le regole del piano nazionale dei vaccini, segnando uno strappo con il commissario straordinario per l’emergenza, il generale Francesco Paolo Figliuolo. Da oggi – mercoledì 5 maggio – via alle prenotazioni per gli over 50 – ha comunicato il presidente della Regione – e da venerdì 7 maggio alla vaccinazione di massa nelle isole minori, Lampedusa e Linosa e dopo le altre.
“Non arretrando di un millimetro, andiamo avanti – ha detto Musumeci intervistato dall’Huffington Post – La campagna vaccinale continua con focus su anziani e soggetti fragili per rafforzare un trend positivo che dal 10 aprile a oggi ha fatto aumentare le somministrazioni e diminuire del 26 per cento i morti del 34 per cento ricoveri in ospedale, del 31 per cento quello in terapia intensiva”. A ricomporre la frattura non è servita però neanche la rassicurazione, che suona come una piccola concessione a Musumeci, che la struttura commissariale riserverà “massima attenzione anche alla messa in sicurezza degli abitanti delle isole piccole, partendo da quelle che possono presentare una particolare esposizione al rischio epidemiologico e che non sempre sono provviste di presidi sanitari adeguati”.
Questa diffidenza nei confronti di AstraZeneca avviene nonostante i casi di reazioni avverse con AstraZeneca siano sull’onda di un caso ogni 100.000 somministrazioni, una percentuale migliore di tantissimi farmaci di uso comune ma ormai il danno di immagine sembrerebbe essere stato fatto.
Regioni in ordine sparso
Insomma, invece che accelerare l’Italia a inizio maggio ha rallentato, evidenziando tutta una serie di problematiche riguardanti soprattutto il rapporto tra la struttura commissariale e le varie Regioni. Figliuolo di recente in ogni occasione ha invitato i Presidenti a tenere il ritmo delle somministrazioni giornaliere stabilito, ribadendo la necessità di procedere seguendo uno stringente criterio anagrafico.
Ma nonostante i richiami da parte di Figliuolo, le Regioni stanno continuando ad andare per ordine sparso evidenziando anche difficoltà nella gestione delle prenotazioni. Resta poi il problema della diffidenza verso AstraZeneca, con circa 2 milioni di dosi del siero made in Oxford che al momento giacciono inutilizzate nei nostri magazzini.
Se ad aprile con un totale di 7 milioni di vaccini a disposizione era impossibile da metà mese iniziare a vaccinare mezzo milione di persone al giorno come indicato dal piano, a maggio con una dotazione prevista di 17 milioni di dosi i margini per il cambio di passo ci sarebbero.
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