La città di Foggia si posiziona al numero 104 su 107 nella classifica sulla qualità della vita nel 2022, secondo l’indagine del Sole 24 Ore. Questa posizione non è mai salita sopra il 98° posto dal 2000. Gli ambiti che contribuiscono a un basso piazzamento in classifica sono il riciclaggio di denaro, in cui la città vince l’ultimo posto con una media di 9,9 denunce ogni 100.000 abitanti (fonte: Pubblica Sicurezza – Interno/Istat, 2021), rispetto alla media nazionale di 2,5. Un altro fattore che influisce negativamente sulla qualità della vita di Foggia è la percentuale di occupazione, che si attesta al 45,1%, piazzandosi al 98º posto a livello nazionale. In ambito di sicurezza pubblica la città fa molta fatica a far sentire protetti i suoi abitanti; infatti, a causa delle molteplici rapine, Foggia si posiziona al 102º posto. Infine, il basso livello di istruzione ha un impatto significativo sulla qualità della vita. Il capoluogo si posiziona al 105º posto in questo settore, con una media del 45,9% di persone con almeno un diploma tra i 25 e i 64 anni, mentre la media nazionale è di 61,7% (fonte: Istat, 2021).
Le associazioni che rappresentano le minoranze sono di importanza fondamentale per lo sviluppo di un’alta qualità di vita. Un esempio di tale impegno è rappresentato dall’associazione Arcigay, che dal 1985 si batte per la parità dei diritti, l’autodeterminazione e il superamento degli stereotipi e dei pregiudizi nei confronti delle persone LGBT, combattendo ogni forma di discriminazione. (fonte: Arcigay.it https://www.arcigay.it/chi-siamo/#.ZElYLXZBzDc) L’Arcigay opera su tutto il territorio italiano, sebbene affronti diverse sfide che limitano il suo pieno sviluppo in alcune città italiane. Tra le ragioni si annoverano le tensioni interne all’interno del gruppo, la mancanza di sostegno finanziario esterno e la scarsa disponibilità di persone che possono dedicare tempo al volontariato.
Quest’associazione si configura come un autentico salvagente per molti, come ad esempio ragazzi e ragazze che non trovano il coraggio di fare il cosiddetto “coming out”, ovvero di vivere liberamente la propria sessualità. Questa paura può talvolta sfociare in storie tragiche, in cui gli individui si sentono così poco compresi dal mondo esterno da prendere la drastica decisione di togliersi la vita. Un esempio di questa triste realtà è la recente storia di Antonio Intellicato, un uomo di quarant’anni che si suicidò nel 2015 perché la sua famiglia non accettava la sua omosessualità. A causa delle sue preferenze sessuali, fu anche vittima di un accoltellamento da parte del suo fratello minore, che manifestava omofobia e comportamenti violenti. A raccontare il bullismo sugli omosessuali nel territorio pugliese non ci sono solo casi di cronaca, ma anche un documentario intitolato “Ikos”, che racconta l’inferno vissuto dal regista Giuseppe Sciarra. Nel film si mostra come il protagonista veniva preso in giro, minacciato e spesso picchiato per i suoi atteggiamenti e le sue movenze.
Queste tragedie sono spesso il risultato della frustrazione di vivere in una società eteronormativa, che impone vincoli e restrizioni. Questi maltrattamenti possono assumere forme verbali e fisiche, e sono perpetrati da coloro che non sono stati mai educati alla diversità. Infatti, l’associazione Arcigay in Italia si impegna anche nell’educazione sessuale e nella promozione del rispetto all’interno della comunità. La sezione di Foggia, conosciuta come “Le Bigotte” e rinnovata nel dicembre 2019, ha recentemente aperto il Centro Antidiscriminazioni. Questo progetto è stato realizzato grazie alla vittoria del bando “Puglia Capitale Sociale 3.0”, che sostiene attività di interesse generale promosse da Organizzazioni di Volontariato. L’opportunità offerta dal bando prevedeva due linee di finanziamento: fino a 40.000,00 euro per progetti innovativi e fino a 8.000,00 euro di rimborsi per spese sostenute, con l’obbligo di tracciabilità e rendicontazione fino a 5 anni dall’inizio del progetto. Questo sostegno finanziario ha permesso alla sezione di Foggia di sviluppare il Centro Antidiscriminazioni, fornendo risorse e supporto alle persone che sono vittime di discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere. Attraverso questa iniziativa, l’Arcigay promuove la consapevolezza, l’informazione e la lotta contro ogni forma di discriminazione, contribuendo a creare una società più inclusiva e rispettosa delle diversità. (fonte: Regione.puglia.it https://www.regione.puglia.it/web/welfare-diritti-e-cittadinanza/-/pugliacapitalesociale-3.0-per-gli-enti-di-terzo-settore).
La sezione “Le Bigotte” si è distinta per la sua solida struttura e ha ricevuto il premio per il suo programma ben articolato. Il Centro Antiviolenza è stato inaugurato nel marzo 2023 e offre un luogo di sostegno alla comunità LGBTQIA+ attraverso due principali attività. La prima consiste in uno sportello di ascolto gestito da volontari, che successivamente indirizzano i casi specifici a professionisti volontari nel campo legale e psicologico. La seconda attività si concentra sulla formazione della cittadinanza foggiana, con l’obiettivo di diffondere ampiamente la politica della non discriminazione e della parità di diritti per tutti e tutte. Il Centro Antiviolenza si propone di intervenire non solo in situazioni di emergenza, ma anche nella prevenzione con laboratori formativi settimanali focalizzati sulla sensibilizzazione e sull’educazione. Questo approccio mira a coinvolgere non solo coloro che sono direttamente interessati, ma anche famiglie e tutta la comunità locale che ha interesse nell’imparare la diversità, con uno sportello specifico per gli studenti universitari della sezione di Foggia. La sede si propone anche come centro culturale, che ospita presentazioni di libri ed eventi di ogni genere. Recentemente hanno ospitato la redazione di La Falla, il mensile gratuito del giornale LGBT Cassero di Bologna.
Alice Rizzi, attivista e presidentessa di Arcigay Foggia è la protagonista che racconta la rivoluzione che sta avvenendo nel territorio foggiano. Nel 2019, dopo essersi tesserata per la prima volta ad Arcigay, viene informata che quell’anno sarebbe stato l’ultimo per le attività dell’associazione a Foggia perché il congresso uscente non sarebbe stato rinnovato. Decisa a non lasciare che ciò accadesse, Alice decide di prendere in mano le redini del Comitato e, insieme ad altre realtà impegnate nello sviluppo sociale del territorio italiano e pugliese, si impegna a ricostruire il collegio per l’anno successivo con il nome “Le Bigotte”. La presidentessa racconta che il Comitato è composto da circa una decina di associazioni, tra gruppi istituzionali e gruppi informali come i Radicali Italiani. A partecipare attivamente alle assemblee ci sono anche una ventina di cittadini singoli, che in questo periodo stanno concentrando le proprie energie sulla preparazione del Puglia Pride a Foggia il 10 giugno 2023.
Per quanto riguarda l’aspetto finanziario “Le Bigotte” di Arcigay Foggia si sostiene attraverso diverse fonti. Il bando vinto ha permesso di ottenere finanziamenti per sostenere l’affitto del locale e coprire le spese delle varie iniziative fino al 2024. Oltre ai finanziamenti europei e alle donazioni dei soci, l’associazione si autofinanzia attraverso l’abbonamento annuale dei tesserati al costo di 10 euro. Inoltre, hanno creato un merchandising che include magliette, borse di tela e portachiavi con il logo Le Bigotte, che contribuiscono alle entrate dell’associazione. Un’altra fonte di entrata sono i vari eventi organizzati come gli aperitivi che sono itineranti in vari locali di Foggia e provincia che da una parte contribuiscono al finanziamento dell’associazione e dall’altra permettono alla comunità di fare rete. Tra le varie donazioni un apporto importante è stato dato recentemente dal marchio di abbigliamento North Face, che ha proposto all’associazione di essere testimonial di uno spot pubblicitario. Queste diverse fonti di finanziamento aiutano Le Bigotte a sostenere le proprie attività e a garantire la continuità dei servizi offerti alla comunità LGBTQIA+ di Foggia.
È interessante notare il contesto politico e sociale in cui si è sviluppata l’attività dell’associazione Arcigay Foggia “Le Bigotte”. La posizione politica di destra dell’amministrazione precedente sembra aver mostrato un disinteresse nei confronti dell’Arcigay, come dimostrato dalla mancata partecipazione del sindaco all’evento del Gay Pride del 2015, nonostante il comune solitamente patrocini le attività locali. A seguito del commissariamento di Foggia per infiltrazioni mafiose dopo aver accertato legami sporchi e affari illeciti, la giunta comunale ha avuto il compito di interessarsi solo di affari prettamente tecnici e anche attualmente non si interessa di far evolvere culturalmente la città. Nonostante questo Alice racconta che le segreterie comunali si mostrano disponibili per le richieste fatte dall’ARCI.
Alla fine dell’intervista sono state fatte alla presidentessa delle domande più personali. La risposta di Alice all’interrogativo sul come la sua città di origine potesse influire sulla sua sfera amorosa afferma che siamo tutti influenzati dalla nostra “comfort zone”. Questo implica che vivere in una città come Foggia, con spazi limitati e minori opportunità per la comunità LGBTQIA+, non avrebbe cambiato molto il suo modo di vivere rispetto ad altri luoghi con maggiori opportunità di incontro e maggiore tolleranza. Questa risposta suggerisce che, nonostante il contesto locale possa avere un impatto sulla vita quotidiana e sulle opportunità sociali, è la capacità individuale di creare spazi sicuri e accoglienti che può fare la differenza.
Alla domanda riguardante i diritti della comunità LGBTQIA+ con il governo Meloni e la sua linea politica di destra, la sua riposta è molto chiara e diretta. Alice afferma che la comunità è sotto attacco e che si possono già vedere i risultati di una destra conservatrice con i provvedimenti sulla famiglia arcobaleno che limita i diritti delle madri non biologiche. La presidentessa di Arcigay Foggia sottolinea che il governo italiano ha degli alleati in Europa che condividono posizioni transfobiche e omofobiche, e che non bisogna dare per scontati i diritti conquistati. Non ci sono sufficienti leggi a tutela della comunità LGBTQIA+ e cita l’esempio dell’affossamento del DDL Zan, sottolineando la mancanza di un diritto di famiglia per tutelare le famiglie arcobaleno. Ma la presidentessa afferma che la comunità è pronta a dare battaglia e che ciò sarà dimostrato durante il Pride.
Infine Alice risponde alla domanda sul perché la giornata del Gay Pride sia così importante sottolineando come questa occasione sia fondamentale per la sua comunità perché ogni giorno vive un processo di invisibilizzazione, soprattutto per i trans. Le persone transgender, infatti, affrontano sfide uniche e spesso sono oggetto di discriminazione, pregiudizi e violenza. Il Pride diventa quindi un momento di visibilità, di affermazione e di sostegno per le persone trans e per tutta la comunità LGBTQIA+.
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