Aveva compiuto da poco 27 anni, era originaria della Georgia ma viveva a Milano, ospite di una famiglia come ragazza alla pari. Si era diplomata al conservatorio di Tbilisi, insegnava musica e inglese ed era un’aspirante cantante. Iza Kavtaradze, per tutti Isabel, è stata trovata morta nella sua casa nella serata di sabato 30 marzo 2019.
Accanto al suo cadavere, in un appartamento elegante di via Mauro Macchi, c’erano due siringhe e un cucchiaino bruciato. Oggetti che hanno fatto subito pensare a un’overdose di eroina, avvenuta durante una serata in cui la famiglia era fuori casa. In camera, inoltre, è stata trovata una bustina di marijuana.
Eppure, il racconto di chi conosceva Isabel non sembra compatibile con la vita di una ragazza morta di overdose: la giovane donna georgiana ha lavorato come volontaria in Sicilia, insegnando musica e inglese ai più piccoli, ed è stata ragazza alla pari anche in altre città (Rodano, Champoluc), dove ha fatto anche la baby sitter.
Secondo le prime testimonianze, non ha mai avuto problemi di droga. Da poco, poi, era entrata in una prestigiosa scuola di musica di Milano. Tutti elementi che, nonostante l’evidenza della scena che gli investigatori si sono trovati davanti una volta giunti nella casa di via Macchi, lascia più di un dubbio.
A far riflettere gli agenti è soprattutto la seconda siringa: se Iza Kavtaradze avesse voluto bucarsi da sola, non si spiegherebbe allora la presenza dell’altra siringa. Per questo motivo, diventano fondamentali adesso gli esami della polizia scientifica sul cadavere della ragazza e sugli oggetti rinvenuti lì accanto.
Non si può escludere al momento l’ipotesi che la ragazza fosse in compagnia di un’altra persona che, una volta consumata la droga, si è allontanata.
Alcuni amici, però, fin dalle ore successive alla morte di Isabel hanno parlato di un grave problema al cuore, di cui soffriva la ragazza, come possibile causa della sua morte. Solo l’esito degli esami potrà dare le prime risposte.
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