“Mamma corri, scendi in campo, Alessandro sta morendo, non respira più”: Beatrice Passaglia, infermiera professionale di 54 anni, è intervenuta prontamente per soccorrere un 27enne colto da arresto cardiaco, chiamata da suo figlio, compagno di squadra del malcapitato.
È corsa giù dagli spalti dello stadio di Ribolla, in provincia di Grosseto, e ha coordinato i soccorsi al giovane riverso a terra. “Voi fategli il massaggio cardiaco, io mi occupo della respirazione bocca a bocca”, ha detto a due dirigenti che erano in campo.
Dopo venti minuti Alessandro Mori ha riaperto gli occhi: “Ho capito che era salvo e gli ho detto scherzando che finalmente si è svegliato perché lo avevo baciato sulla bocca, come nelle favole”.
Tutti in campo erano scoppiati in lacrime, c’era paura che potesse non farcela. Passaglia, ex consigliera comunale a Suvereto, in provincia di Livorno, ha ripercorso quegli istanti concitati: “Non è vero non ci sono solo io. Abbiamo lavorato in équipe con il presidente del Suvereto Calcio, Roberto Daiqui e l’allenatore del Ribolla Filippo Galeotti. Io gli davo ritmo del massaggio, ma loro sono stati eccezionali e senza il loro intervento da sola non ce l’avrei fatta”.
Dopo il salvataggio la donna ha avuto ore di celebrità: “Che mi sembra anche esagerata — sottolinea — perché fondamentale è stata la presenza del defibrillatore e di un operatore sanitario, anche lui lì per caso, che lo ha saputo usare. Certo, anche massaggio cardiaco e respirazione sono stati fondamentali”.
Il 27enne è ricoverato all’ospedale di Grosseto in terapia sub intensiva. “Sta bene – dice l’infermiera – stamani mi ha telefonato e mi ha ringraziato. Mi ha chiamato anche la sua mamma. Era commossa e io pure perché salvare la vita a una persona è la cosa più bella che c’è”.