Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma ha emesso 23 ordinanze di misure cautelari nei confronti di alcuni membri delle famiglie Casamonica, Spada e Di Silvio.
Le 23 persone fermate sono accusate, a vario titolo e in concorso tra loro, di estorsione, usura, intestazione fittizia di beni, spaccio di stupefacenti ed altro, reati per buona parte commessi con l’aggravante del metodo mafioso. Tra essi ci sono anche 7 donne.
Le indagini dei carabinieri fanno parte della maxi-operazione “Gramigna”. Quella che, la scorsa estate, ha coinvolto già 37 membri del clan Casamonica. Nell’operazione “Gramigna bis”, attualmente sono impegnati circa 150 carabinieri del comando provinciale di Roma, con l’ausilio di unità cinofile, un elicottero dell’Arma e del personale dell’ottavo Reggimento “Lazio”.
Secondo le indagini, i Casamonica avevano preso di mira cinque “nuove vittime”: un commerciante, un autista con il vizio del gioco, un meccanico con problemi economici, un manovale e una ragazza con problemi di tossicodipendenza. Tutti loro hanno confermato agli inquirenti il contenuto delle conversazioni intercettate.
“Dalle voci intercettate di molte vittime – si legge nell’ordinanza del giudice – emergeva un vero e proprio terrore quanto alle conseguenze del poter cercare di resistere alle prepotenze dei Casamonica, nonché della paura di certe ritorsioni e vendette consumate anche da altri appartenenti al clan rimasti liberi”.
“Troppe volte – ha dichiarato il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra – si è sottovalutato il gruppo dei Casamonica derubricandoli a piccolo fenomeno criminale. Usura, spaccio, intestazione di beni fittizi e violenza sono mafia. E va ribadito. Grazie alle forze dell’ordine e alla magistratura che, ancora una volta, con il loro lavoro danno un duro colpo a uno dei clan mafiosi più pervasivi e sottovalutati della Capitale”.