Il governo italiano ha deciso di eliminare la clausola cosiddetta “end-user certificate” rafforzata sulla vendita di armi verso i due Paesi del Golfo, Arabia Saudita ed Emirati Arabi. Nonostante la decisione non riguardi l’export di bombe che potrebbero essere utilizzate nella guerra in Yemen, di fatto la clausola impegna tutto il resto degli armamenti e sistemi esportabili nei due Paesi.
Se dunque l’export di bombe resta bloccato, a cosa serve questa modifica? Eliminare un ostacolo alla vendita di armi di altro tipo che saranno così utilizzabili nel conflitto yemenita serve a recuperare un rapporto diplomatico, in special modo con Abu Dhabi, che è oggi ai minimi storici.
“Stiamo tornando a un normale regime (di esportazione). Le armi possono essere potenzialmente utilizzate in Yemen”, ha affermato Michele Nones, vicepresidente dell’Istituto Affari Esteri italiano (IAI).
Come riporta l’AntiDiplomatico, proprio nei giorni scorsi, i portuali avevano denunciato il passaggio nel porto di Genova di una “nave della morte” carica di armi per l’Arabia Saudita, senza che le autorità effettuassero un’ispezione. Senza, soprattutto, che nel mondo politico si alzasse una voce di protesta.