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    L’ambasciata iraniana a Roma installa una telecamera su un palo a forma di forca: “Gravissimo atto intimidatorio”

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 29 Mag. 2023 alle 09:03

    Sul perimetro dell’ambasciata iraniana a Roma, proprio dove centinaia di manifestanti da tempo si ritrovano per protestare contro il regime di repressione di Teheran in seguito all’uccisione di Mahsa Amini, è stata installata una telecamera su un palo a forma di forca. A sollevare il caso è stato un post su Twitter della parlamentare Pd, Lia Quartapelle. “L’ambasciata iraniana a Roma ha montato una telecamera sopra una forca. Si tratta di una chiara intimidazione contro chi manifesta fuori dalla ambasciata. Il governo italiano non tolleri questo sfregio e si faccia sentire con parole inequivocabili”, scrive la deputata dem accompagnando il post con una fotografia della telecamera.

    Un post al quale segue quello del senatore Pd, Filippo Sensi: “Subito convocare l’ambasciatore. Intollerabile oltraggio. Manifestare. Questo orrore non è sopportabile”. Per la senatrice dem Simona Malpezzi si tratta di “un simbolo di violenza e intimidazione. L’ambasciatore spieghi. Non possono essere accettati questi messaggi”. Secondo quanto disposto dalla Questura di Roma le manifestazioni davanti all’ambasciata iraniana sono consentite solo a una distanza di alcune decine di metri, sulla corsia laterale della Nomentana: non è chiaro se il dispositivo sia in grado di riprendere fino a quel punto.

    Fonti degli uffici di Teheran a Roma replicano: “L’ambasciata iraniana, come ogni altra sede diplomatica, è dotata di telecamere a circuito chiuso. Attualmente, tutti i negozi, gli ospedali e persino le case private dispongono di telecamere a circuito chiuso per mantenere la loro sicurezza. Speriamo che non venga mai prestata attenzione a queste bugie”. Per Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, si è trattato di “un gesto intimidatorio e inaccettabile, uno sfregio nei confronti di chi manifesta in favore dei diritti umani”.

    “Questa installazione – ha aggiunto – affaccia su via Nomentana, di fronte al luogo dove in questi mesi hanno manifestato iraniani e iraniane della diaspora chiedendo la fine della repressione. Il messaggio è doppio: di intimidazione, perché con quella telecamera si riprendono i volti di chi manifesta; e di sfregio, perché viene ostentato provocatoriamente uno dei principali strumenti di repressione. Dal gennaio 2022 in Iran sono stati impiccati quasi 900 prigionieri, sette dei quali per aver preso parte alle recenti manifestazioni”.

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