Allarme attentato in Italia, per media albanesi il ricercato è già in prigione
Un possibile attentato in Italia è diventato un rischio serio e tangibile lo scorso weekend. Nelle chat interforze degli agenti della Polizia di Stato hanno circolato una nota d’allerta terroristica e un’immagine di due cittadini albanesi ricercati: è questa la notizia che TPI ha dato e confermato attraverso le parole del vice questore Filippo Bertolami sabato 2 novembre.
Secondo quanto si legge nelle chat, i due uomini di origini albanesi si chiamano Bujar Hysa e Bardhyl Hoxha e stavano organizzando un attacco simile a quello del Bataclan, nel quale a Parigi persero la vita 138 persone.
I due sarebbero quindi ricercati. Tuttavia, alcuni media albanesi sostengono che i due uomini non siano implicati in questo caso.
Sul primo, Bujar Hysa, i media dell’altra sponda dell’Adriatico riferiscono che non sarebbe a piede libero, ma già in prigione. Fonti dell’unità anti-terroristica della polizia albanese hanno confermato alla testata Shqiptarja.com che non sono “mai stati contattati dai partner italiani” e che “da più di tre anni Bujar Hysa si trova in un carcere di massima sicurezza”, dove deve scontare una condanna di 18 anni.
Come scrive anche il fact-checker italiano Claudio Michelizza, Hysa sarebbe stato arrestato tre anni fa perché, assieme ad un gruppo di Imam, reclutava credenti per combattere in Siria.
Sul secondo, Bardhyl Hoxha, l’emittente televisiva Ora News scrive invece che “vive in Francia con la sua famiglia”. Contattato telefonicamente, Hoxha ha negato di essere collegato al terrorismo spiegando la sua vita presente e passata.
“Non ho nulla a che fare con il terrorismo – ha affermato – Si tratta di una falsità. Da 18 anni vivo in Francia con tutti i miei figli. Non ho alcun problema qui e non sono mai stato associato al terrorismo”.
Il 46enne, inoltre, ha anche negato di avere legami e di conoscere Bujar Hysa affermando “è la prima volta che sento questo nome”.
Come riportato dall’Ansa, fonti investigative rilevano che la segnalazione sulle chat delle forze dell’ordine “è una delle tante che arrivano ed è stata adeguatamente presa in considerazione ed approfondita”, ma “non sarebbe emerso un pericolo attuale”. La segnalazione sarebbe arrivata da intelligence straniera e faceva riferimento alla progettualità di un attentato che sarebbe dovuto avvenire in un periodo già passato e non in territorio italiano.