Arriva una condanna a 23 anni di reclusione per Alfredo Cospito. La procura generale aveva chiesto l’ergastolo. Si chiude così il processo per “strage politica” per i due ordigni piazzati, il 2 giugno 2006, davanti alla caserma Allievi Carabinieri di Fossano. Due bombe che esplosero a distanza di mezz’ora, una in un cassonetto e l’altra venti metri più in là, in un bidone dell’immondizia. Ma non provocarono morti ne feriti, nel cuore della notte, perché i carabinieri pensarono a un incidente per strada sfuggendo così alla “trappola” della seconda esplosione.
Anna Beniamino è stata condannata a 17 anni e 9 mesi. A entrambi sono state riconosciute due attenuanti: le generiche e quella della lieve entità. L’attentato anarchico del 6 giugno 2006, pur valendo un’accusa di “strage politica”, non vale un “fine pena mai”. Ad offrire questa chiave di lettura è la Corte d’assise d’appello, presieduta da Alessandra Bassi, che ha inflitto ad Alfredo Cospito, l’anarchico insurrezionalista sottoposto al regime di 41 bis nel carcere di Sassari, come detto una pena di 23 anni.
“Sono soddisfatto per il buon esito. Pensiamo che sia un giudizio equilibrato rispetto alla decisione avversa della Corte di Casazuone”, ha commentato l’avvocato Flavio Rossi Albertini che assiste Cospito. “Credo che sia stato ricondotto a un minimo di ragionevolezza questo processo – ha detto invece Gianluca Vitale che difende Anna Beniamino -. Non riconoscere l’attenuante sarebbe stato abnorme, si tratta comunque di una pena che resta comunque significativa”.