Alfredo Cospito resta al 41 bis: lo hanno deciso i cinque giudici della Cassazione che oggi hanno respinto il ricorso dell’avvocato Flavio Rossi Albertini, difensore dell’anarchico, che aveva chiesto la revoca del carcere duro per il suo assistito contro la decisione del tribunale di sorveglianza di Roma.
Cospito è in sciopero della fame da circa 120 giorni, soltanto recentemente era tornato ad assumere acqua e zucchero per arrivare “lucido” a questo giorno, che la galassia anarchica aspettava da tempo. Dopo quasi 9 ore di camera di consiglio l’ultimo grado di giudizio dell’ordinamento italiano si è pronunciato, andando contro il parere del procuratore generale Piero Gaeta che invece aveva chiesto il riesame del tribunale di sorveglianza.
Un presidio di attivisti in Piazza Cavour a Roma grida “assassini” e mostra striscioni con scritto “Lo Stato tortura, con Alfredo, contro 41 bis e ergastolo”, oppure “Il carcere uccide”. L’anarchico, condannato a 30 anni, si trova nel reparto penitenziario dell’ospedale San Paolo di Milano, dove i medici gli stanno fornendo assistenza dopo l’aggravarsi delle sue condizion in seguito allo sciopero della fame da lui intrapreso.
Il Comitato nazionale di bioetica, riunito in seduta plenaria, ha deciso di proseguire l’analisi “in merito alle problematiche connesse all’autodeterminazione nel ricevere o meno i trattamenti sanitari offerti”: lo rende noto lo stesso Comitato in una nota, al termine del dibattito relativo ai quesiti posti dal Ministero della Giustizia.
“Dopo un corale, approfondito dibattito, la Plenaria ha ritenuto di proseguire l’analisi al fine di ottenere la massimo convergenza possibile con riguardo alle delicate e complesse problematiche sottese, nel rispetto di tutte le posizioni sino ad ora emerse”.