Esplosione cascina ad Alessandria, chi sono i 3 Vigili del Fuoco morti nell’incendio
Tre Vigili del fuoco sono morti dopo l’esplosione di una cascina disabitata a Quargnento, nell’Alessandrino. I pompieri erano intervenuti per aiutare i colleghi a spegnere l’incendio. L’ipotesi che si fa strada in queste ore è quella di un gesto doloso, accreditata dal ritrovamento tra le macerie dello stabile di bombole del gas e un timer per il comando a distanza delle esplosioni (qui la notizia).
I Vigili del fuoco erano arrivati sul posto in seguito a una prima esplosione che aveva provocato un incendio. Mentre erano intenti a domare le fiamme, una seconda esplosione che ha provocato il crollo della cascina li ha sorpresi, uccidendo tre di loro.
I tre uomini morti in servizio sono Matteo Gastaldo, l’ultimo a essere estratto, di 46 anni, Marco Triches di 38 e Antonio Candido di 32 anni.
Gastaldo e Triches sono originari di Alessandria, mentre Candido era di Reggio Calabria.
Oltre alle tre vittime, vi sono anche tre feriti: due pompieri e un carabiniere. I tre sono stati estratti dalle macerie e trasportati negli ospedali di Alessandria e Asti in gravi condizioni.
La sindaca di Quargento, Paola Porzio, ha proclamato il lutto cittadino nel giorno dei funerali.
“Quando si muore così, senza aver salvato delle vite umane, fa ancora più male”, ha commentato il capo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco Fabio Dattilo. “Il nostro è un lavoro a rischio, lo sappiamo bene, ma se rischi la vita per salvare quella di qualcun altro, un incidente lo digerisci meglio. Ma se muori per nulla, se muori senza salvare vite, fa davvero male”. L’unica cosa da fare in questo momento, aggiunge, è “rimanere uniti”. I vigili del fuoco, conclude Dattilo, “sono una famiglia, ora tutti ci guardano con attenzione ma vorremmo questa attenzione anche quando non succedono le tragedie, anche quando siamo ‘a riposo'”.
Tutti i Vigili del Fuoco morti in servizio
Sono tantissimi i vigili del fuoco morti “nell’adempimento del dovere”: nel sacrario delle Capannelle alla Scuola di Roma sono 168 i nomi dei caduti del Corpo nazionale, cui si aggiungono le tre vittime di oggi nell’Alessandrino. Il ministero dell’Interno individua almeno 935 vittime in servizio, dalle “guardie del fuoco” del 1835 fino al 2015, compresi i pompieri eroi che persero la vita durante le due guerre mondiali o che rimasero vittime della violenza nazifascista.
Tra gli eventi più gravi citiamo un incidente in elicottero nel 200, in cui persero la vita 4 pompieri. Altri 4 persero la vita nello scoppio di via Ventotene nel quartiere Montesacro, a Roma, nel novembre del 2001, dopo una fuga di gas. I 4 sono stati insigniti della medaglia d’oro al valore civile. Due anni dopo, il 14 gennaio del 2003 il pompiere Simone Renoglio morì a 35 anni per salvare la vita ad un sub rimasto incastrato nella diga dell’Enel sul fiume Tevere.
L’ultimo caso è avvenuto nel giugno 2019, quando un Vigile del fuoco di 54 anni perse la vita mentre stava spegnendo l’incendio di un camion in Puglia.
Le indagini
L’indagine si sta muovendo su alcuni filoni principali. Il primo riguarda quello della possibile vendita della cascina abbandonata che era stata messa all’asta per 750 mila euro senza trovare acquirenti. Il proprietario avrebbe problemi economici. Un altro filone di indagine riguarda il risarcimento assicurativo.
Il procuratore capo di Alessandria Enrico Cieri conferma l’ipotesi del dolo dopo il sopralluogo nella cascina. “Stiamo esaminando i reperti che abbiamo trovato, stiamo scavando tra le macerie e abbiamo trovato un timer e una bombola di gas che è stata sequestrata e tutto questo ci fa pensare che l’esplosione sia stata voluta e deliberatamente determinata”.
Sul caso è stato aperto un fascicolo per crollo e omicidio plurimo.
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