Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Cronaca
  • Home » Cronaca

    Alessandra Mussolini a favore di adozioni gay e del ddl Zan: “Io e Luxuria ormai siamo amiche”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 23 Giu. 2021 alle 16:44 Aggiornato il 23 Giu. 2021 alle 17:02

    Alessandra Mussolini a favore di adozioni gay e del ddl Zan: “Io e Luxuria ormai siamo amiche”

    Nel 2006 rivolgeva insulti omofobi a Vladimir Luxuria sulla tv di stato. Oggi si dichiara tra i sostenitori del disegno di legge Zan contro l’omotransfobia, prendendo le distanze dai suoi ex colleghi della destra.

    Già negli scorsi mesi, la scelta di Alessandra Mussolini di prendere parte alla campagna social a sostegno della proposta del Partito democratico aveva suscitato diverse polemiche. “Facile strizzare l’occhio al mondo Lgbt quando si lascia la politica (perché nessuno ti vota più) e si decide di entrare nel mondo dello spettacolo”, aveva dichiarato Selvaggia Lucarelli.

    Adesso la sua presa di posizione a favore del ddl osteggiato da destra e Vaticano è tornata a far discutere, dopo un’intervista al settimanale Chi che l’ha fatta anche entrare tra i trending topic di Twitter.

    “Non la chiamerei conversione, né redenzione. Sarebbe riduttivo”, ha detto Mussolini nell’intervista, in cui si è detta favorevole anche alle adozioni per le coppie dello stesso sesso, sostenendo di “[non] essere condizionata, in alcun modo, dalle etichette”.

    “Oggi più che mai bisogna combattere tutti assieme le tante discriminazioni che, purtroppo, esistono ancora”, ha aggiunto la nipote di Benito Mussolini, ribadendo di aver aderito “a una campagna per una battaglia che trovo più che giusta”.

    Nell’intervista, ha detto di non avere timore di deludere i suoi sostenitori e di ritenere, riguardo la possibilità che il ddl possa limitare la libertà d’espressione, che “la mia libertà finisce dove comincia quella degli altri”. “Chi ha apprezzato e condiviso il mio spirito libero e liberale, nonché le tante battaglie fatte, sono sicura che continuerà a farlo. E poi, io, parlo per me in quanto cittadina. Non rappresento, né voglio condizionare nessuno”.

    Mussolini, che ha militato nel Movimento Sociale Italiano, in Alleanza Nazionale e in Forza Italia, afferma di nutrire “molte perplessità” sulla maternità surrogata, in cui una donna porta a termine una gravidanza per conto di una o più persone. Si è detta però favorevole alle adozioni da parte di coppie dello stesso sesso, affermando che“i bambini abbandonati negli istituti sono la peggiore sconfitta di ogni società”.

    Una svolta ribadita anche su Instagram, dove ha pubblicato una serie di foto in cui è vestita con i colori del Pride. “Cambiare significa essere liberi” ha dichiarato nel post, in cui sono state taggate testate internazionali come New York Times, Sun e Bild.

    “Trovo che musica e colori siano la migliore cura dopo un periodo buio e triste come quello dal quale stiamo faticosamente tentando di uscire. Mi auguro che questo spirito si riversi in ogni manifestazione, politica e non”, ha detto nell’intervista.

    È ormai lontano il 2006, quando a Porta a Porta aveva insultato pesantemente Vladimir Luxuria arrivando a dire “meglio fascista che frocio”. “Si veste da donna e pensa di poter dire quello che vuole”, aveva detto in una puntata andata in onda durante la campagna per le elezioni del 2006, in cui Luxuria sarebbe diventata la prima transgender in Europa a essere eletta in parlamento. “Mi scusi non voglio essere offensiva, ma che vuol dire transgender? Transgender, transgendarmi, sembra Schwarzenegger… Usiamo termini italiani”, aveva affermato.

    Nell’intervista a Chi è tornata sull’episodio: “non volevo offendere, ma porre fine a una spiacevole discussione”. Mussolini ha anche dichiarato che lei e Luxuria sono “amiche”. “Ci troviamo spesso come ospiti nelle stesse trasmissioni televisive e non rinunciamo mai a due risate assieme”.

    Il ddl Zan è la sintesi di cinque disegni di legge che ampliano l’attuale “legge Mancino” che già punisce i reati d’odio per ragioni razziali, etniche, religiose o legate alla nazionalità. In base alla proposta, approvata dalla Camera e attualmente al vaglio della Commissione giustizia del Senato, chi discriminerà persone gay e trans rischierà fino a quattro anni di carcere. Contro il Ddl si sono schierati in maniera compatta Lega e Fratelli d’Italia.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version