Mentre era agli arresti domiciliari in una comunità per seguire un programma di disintossicazione dalla dipendenza dalla cocaina, Alberto Genovese ha sposato una donna: questo elemento, insieme ad altre circostanze formali, ha contribuito alla richiesta di scarcerazione del 45enne condannato per violenza sessuale avanzata dalla Procura generale di Milano, che ha chiesto per lui l’affidamento terapeutico in comunità. La donna, 46 anni, ha detto alla pm milanese Rosaria Stagnaro in un’interrogazione risalente al novembre 2020, dopo l’arresto dell’imprenditore, di conoscerlo “da molti anni”.
“Ma non c’entro nulla con quei festini”, ha ribadito. Tra i due in passato c’è stato un forte legame sentimentale. “Io molti anni fa ho avuto una relazione con Alberto durata circa quattro anni. Il nostro è stato un rapporto normale”, precisa la donna, che ha continuato a frequentare Genovese come amica dopo che la loro relazione era terminata. Ha due lauree, un lavoro importante in ambito economico e fiscale internazionale, è stata vicina a Genovese dopo la cessione della sua startup, venduta per 200 milioni di euro, una cifra che ha minato il suo equilibrio psichico: “Io avevo una sorta di patto con Alberto: volevo stargli e restargli vicina, ma assolutamente lontana da queste dinamiche. So che Alberto col suo gruppo faceva delle feste, fino a notte inoltrata, ma io non vi partecipavo perché poi al mattino lavoravo, oltre a non gradire il tipo di festa e le persone coinvolte”.
Durante una di quelle feste avvenne lo stupro per il quale è stato condannato. “L’idea che ci fosse stata effettivamente violenza non mi ha mai sfiorata. Non ho mai visto Alberto come un uomo violento”, spiega. Nei giorni precedenti all’arresto, Genovese si confidò con lei: “Mi ha detto che aveva risolto con la ragazza, che la ragazza era tranquilla, che le aveva fatto un regalo. Mi sembra ricordare che parlasse anche di qualcosa regalato alla madre della ragazza che era molto dispiaciuta per quello che era successo. Ricordo che lui mi ha detto che lei sarebbe andata in vacanza con lui ad Istanbul”. Ma non era vero: ci fu però un tentativo di far arrivare alla vittima alcune migliaia di euro, nel tentativo di comprarne il silenzio.