È morto a 79 anni Alberto Bauli, manager veneto a capo della notissima impresa di famiglia che ha accostato il pandoro al panettone sulle tavole natalizie degli italiani. E non solo: Bauli aveva esteso la produzione dell’azienda anche a molti altri prodotti, sia dolci che salati, facendola diventare un punto di riferimento del settore a livello sia nazionale che europeo.
Il manager lascia, peraltro, un’azienda assolutamente in salute: con un attivo di 11 milioni di euro, l’ultimo fatturato della Bauli ammonta a quasi 500 milioni di euro. A fondare l’azienda di famiglia era stato il padre di Alberto, Ruggero, che nel 1927 era partito per il Sud America e aveva rischiato la vita nel naufragio della nave Principessa Mafalda, affondata proprio mentre viaggiava in direzione del Brasile. In quel disastro Ruggero Bauli perse tutte le sue macchine da pasticceria, ma senza perdersi d’animo è riuscito ad aprire un negozio di dolci a Buenos Aires per poi fare ritorno a Verona e dare vita alla sua prima attività con il “marchio” Bauli. In seguito Alberto ha preso le redini dell’azienda, portandola in vetta; dal 2009 sono infatti iniziate azzeccate acquisizioni che hanno fatto crescere il fatturato mentre venivano salvati storici marchi italiani da compratori stranieri: la Bauli ha infatti “assorbito” anche Alemagna, Motta, Bistefani e Doria. Come consigliere del Banco Popolare e presidente della Banca popolare di Verona, Alberto Bauli aveva anche maturato quell’esperienza utile a gestire in modo ottimale il gruppo a livello finanziario.