Affidi illeciti, l’ analista a un bambino: “Dobbiamo fare il funerale di papà”
Affidi illeciti Reggio Emilia | Sono ancora sconvolti gli abitanti di Bibbiano, il paese in provincia di Reggio Emilia protagonista della terribile vicenda relativa allo scandalo sugli affidi di minori da parte della rete dei servizi sociali della Val D’Enza ad amici e conoscenti.
L’indagine, denominata Angeli e Demoni, è stata coordinata dal sostituto procuratore di Reggio Emilia, Valentina Salvi, e ha in sostanza portato alla luce un vero e proprio business sulla pelle di minori, sottratti alle rispettive famiglie e sottoposti a terribili maltrattamenti psicologici: i bambini, infatti, venivano manipolati da medici, assistenti sociali e psicoterapeuti di una onlus di Torino, la ormai famosa Hansel e Gretel, e convinti di aver subito violenze da parte dei propri genitori.
Coinvolto nella vicenda persino il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, che, rieletto solo da poco tempo, è finito agli arresti domiciliari e attende ora di essere interrogato dalla magistratura.
Le domande del Gip, comunque, sono già partite ieri, giovedì 27 giugno, nel corso della mattinata; parallelamente, peraltro, agli interrogatori subiti dal boss della ‘Ndrangheta Francesco Grande Aracri e dai suoi figli, anche loro finiti in manette negli ultimi giorni.
Marco Mescolini, come coincidenza, è alla guida della Procura di Reggio Emilia e per molti anni ha seguito proprio la ‘Ndrangheta in Dda. E nonostante ne abbia viste e sentite “di cotte e di crude” il procuratore si è definito sconvolto da ciò che è emerso nell’ambito, appunto, dello scandalo affidi che vede al centro la onlus del capoluogo piemontese. “Ho seguito fatti molto provanti, ma quest’inchiesta è stata umanamente devastante. Per la velocità con cui tutto è emerso, restituisce un quadro assai allarmante”, sono state infatti le parole del magistrato.
D’altronde le carte dell’inchiesta Angeli e Demoni, come anche dalle indagini dei carabinieri, il “sistema Bibbiano” viene descritto in tutta la sua crudele atrocità: i bambini venivano convinti di aver subito degli abusi dai propri genitori al fine di essere allontanati dalle proprie famiglie e i metodi prevedevano anche lavaggi del cervello fatti con la “macchinetta della verità” o tramite elettroshock. I disegni dei piccoli, inoltre, venivano modificati in modo tale da essere utilizzati come “prova” delle violenze sessuali subite.
Ciò che emerge dalle parole degli indagati nell’ordinanza del Gip non fa che aggiungere dettagli inquietanti a questa tristissima vicenda. Una delle psicoterapeute indagate, infatti, in una intercettazione dice a una delle vittime: “Dobbiamo fare una cosa grossa. Sai qual è? Gli psicologi la chiamano elaborazione del lutto (…) Dobbiamo vedere tuo padre nella realtà e sapere che quel papà non esiste più e non c’è più come papà. È come se dovessimo fare un funerale!».