“Per le infrastrutture siamo messi peggio dell’ultima provincia di un’isola, il paradosso è che siamo sulla terraferma”. I cittadini di Crotone ormai da quattro anni chiedono che l’aeroporto della città calabrese sia considerato alla stregua di quello di un’isola, con voli regolari che colleghino lo scalo a importanti città italiane come Roma, Venezia e Torino. Ad aggravare la situazione, negli ultimi mesi, è arrivata l’emergenza Coronavirus, con la sospensione e poi la riduzione dei voli da parte di Ryanair, l’unica compagnia che allo stato attuale serve l’aeroporto. “L’estate che arriva per i nostri tanti emigrati sarà un dramma: o non scenderanno o scenderanno in auto, andando a intasare la Statale 106, chiamata strada della morte perché si verificano di continuo incidenti”, denuncia a TPI Giuseppe Martino, rappresentante del Comitato cittadino aeroporto Crotone, che da anni si batte per la valorizzazione dello scalo calabrese. “Flixbus arriva a Roma ma a metà capienza, così come i treni. A Crotone abbiamo ancora le littorine di 30 anni fa, perché abbiamo un binario unico e ancora non elettrificato”.
E la situazione dei voli? “I voli sono ricominciati il 3 luglio, finora ne sono partiti due”, racconta. “Al momento abbiamo solo tre voli a settimana con Ryanair e solo per Milano Bergamo, epicentro negli scorsi mesi dell’epidemia di Coronavirus. I voli per Bologna riprenderanno da ottobre se tutto va bene. L’ex ministro Toninelli nel 2018 ci aveva promesso che sarebbero stati aggiunti come oneri di servizio voli per Torino, Venezia e Roma, ma questa ipotesi è ancora in alto mare. Inoltre”, aggiunge Martino, “il prezzo dei biglietti è proibitivo. La maggior parte vengono venduti a 100/150 euro”. In effetti, andando sul sito di Ryanair e provando a prenotare un volo per fine luglio, vediamo che l’andata costa quasi 190 euro, mentre il ritorno da Crotone a Milano Bergamo costa meno della metà. “Questo è il quadro infrastrutturale di Crotone. C’è davvero da dire: aiutateci”, dice Martino.
“Nelle altre parti d’Italia non sono a conoscenza del dramma che viviamo”, sostiene, “e il governo investirà tutto sul lato tirrenico, dove c’è già l’alta velocità e ci sono già gli aeroporti di Lamezia e Reggio Calabria, oltre all’autostrada, invece sul lato ionico non c’è nulla”. Ma per i cittadini di Crotone il problema non si risolverebbe raggiungendo in auto l’aeroporto di Lamezia Terme? “Per farlo occorrono un’ora e mezzo o due ore sulla Strada statale 106 dove succedono incidenti di continuo”, spiega Giuseppe Martino. “Ci sono anche due treni e due pullman al giorno che collegano Crotone a Lamezia, ma gli orari non coincidono con quelli dei voli, quindi l’unico modo comodo è andare in auto”.
Di fronte alle richieste dei cittadini, racconta Martino, le autorità finora hanno risposto con molte promesse ma pochi fatti. “Abbiamo tanti proclami sul lato tirrenico, ma per noi il nulla. Adesso usano la scusa del Covid, e questo ci fa infuriare ancora di più”, è lo sfogo del cittadino. “Forse il Covid c’è solo a Crotone? Perché Trenitalia e Italo adesso hanno messo i treni per Reggio Calabria? Perché nel programma del governo delle infrastrutture post Covid c’è Salerno-Reggio ad alta velocità e non programma la linea ferroviaria Taranto-Reggio? Il Covid esiste solo a Crotone e non altrove? A questo punto è una scusa… Si è addirittura tornati a parlare del ponte sullo stretto!”. E la governatrice Santelli? “Le abbiamo chiesto l’appuntamento il 27 gennaio, subito dopo l’elezione, per parlare del lato ionico, e ancora non è stato possibile incontrarla. Dovremmo incontrare il capo di gabinetto, perché lei è sempre impegnata”.
L’intento del Comitato, spiega Martino, non è fare polemica, ma ottenere l’applicazione della legge n. 289/2002, che riconosce l’esigenza di garantire continuità territoriale attraverso i collegamenti aerei tra la città di Crotone e le città sedi di aeroporti nazionali. “Chiediamo solo il rispetto di un diritto. Non è solo il desiderio di andarsi a fare una vacanza”, spiega. “Noi usiamo i trasporti per lavoro o per studiare, oppure – e sopratutto – per i malati oncologici, persone che hanno bisogno della speranza, che a Crotone non c’è. Abbiamo un solo presidio ospedaliero, che viene smantellato di anno in anno in favore della sanità privata. L’unico modo per curarsi è andare con l’aereo al Nord, ma senza queste infrastrutture siamo messi malissimo. Negli ultimi mesi”- denuncia- “con gli ospedali bloccati per il Covid, ci sono stati malati oncologici che non hanno avuto accesso alle cure. Chiediamo che il governo attivi dei voli urgenti, almeno per Roma, Torino e Venezia, un ponte aereo per trasportare i cittadini. Non possiamo vivere di promesse”.
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