Ogni anno le stesse immagini, ogni anno le stesse polemiche, ogni anno la stessa storia che si ripete. Anche in questo inizio di 2025 la commemorazione della strage dell’Acca Larentia fa discutere per le centinaia di saluti romani esibiti dai militanti neofascisti davanti alla ex sede del Movimento Sociale Italiano di via Acca Larenzia a Roma, nel quartiere Tuscolano.
Da oltre quarant’anni, qui, il 7 gennaio è il giorno in cui si omaggiano Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, i tre attivisti del Fronte della Gioventù rimasti uccisi da colpi d’arma da fuoco il 7 gennaio 1978: i primi due in un agguato organizzato da un gruppo dell’estrema sinistra (i Nuclei armati per il contropotere territoriale), Recchioni nei successivi tafferugli con le forze dell’ordine.
Ieri, martedì 7 gennaio 2025, le forze dell’ordine hanno transennato e presidiato l’area della commemorazione anche per evitare contatti con la vicina manifestazione antifascista degli autonomi e degli studenti. Secondo l’Ansa erano presenti 1.300 tra aderenti a CasaPound e altri militanti di estrema destra, che, come ogni anno, schierati sull’attenti come un esercito, hanno teso il braccio destro al grido di “camerati presenti”.
E mentre la Digos fa sapere che è al lavoro per identificare “coloro che si sono resi responsabili di condotte apologetiche del fascismo”, le immagini dei saluti romani alimentano lo scontro politico.
“Fra una tanto propagandata ed inutile ‘zona rossa’ e l’altra, ora il governo Meloni e il ministro Piantedosi permettono un altro tipo di zona: la ‘zona nera’, fatta di neofascisti con la loro squallida ed inaccettabile simbologia, certi di essere impuniti”, attacca Nicola Fratoianni, co-leader di Alleanza Verdi e Sinistra Italiana.
“Per noi le adunate con le braccia tese non sono tollerabili e sono un insulto alla memoria di chi ha combattuto e vinto la battaglia per l’Italia libera e democratica, l’Italia che il regime fascista aveva condotto alla rovina”, protesta il segretario del Pd di Roma Enzo Foschi.
Nella mattinata di ieri, prima dell’adunata neofascista, durante la cerimonia di deposizione delle corone di fiori, un giovane passante ha gridato “Viva la Resistenza, merde!” ed è stato avvicinato e identificato dalle forze dell’ordine. “Invece che arrestare i manifestanti per apologia di fascismo, identificano chi si appella la Costituzione”, ha dichiarato il contestatore ai giornalisti presenti sul posto.
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