Una ricercatrice americana lancia un software per proteggersi dalle molestie online
Una sviluppatrice americana ha inventato un software anti molestie online per riconoscere e bloccare le foto di peni sessualmente esplicite e non richieste inviate sui social network.
Nella maggior parte dei casi, quelle che in gergo vengono chiamate “dick pic”, ovvero foto di peni, sono inviate senza il consenso del destinatario. Il solo fatto che il ricevente non sappia che il contenuto della mail contenga foto di genitali, fa sì che siano considerate una vera e propria molestia.
I social network come Twitter proteggono gli account da post potenzialmente lesivi o molesti nei post pubblici. Ma è più difficile che i controlli avvengano anche all’interno di chat private.
Proprio per questo, la sviluppatrice americana Kelsey Bresser ha studiato un software in grado di riconoscere in anticipo la fotografia nella casella dei messaggi privati e di bloccarla prima che venga aperta
Software anti molestie online: il filtro conto le foto esplicite non richieste
Come riporta il Guardian, secondo uno studio americano sulle molestie online, il 53 per cento delle ragazze tra i 18 e i 29 anni sostiene di aver ricevuto immagini non richieste di genitali di altri utenti.
Ti mostro il mio se mi mostri il tuo: una formula che spesso si traduce in caselle di posta intasate di foto intime indesiderate.
Per poter far partire la ricerca, Kelsey ha però prima dovuto raccogliere una serie di immagini sul modello di quelle da bloccare.
In questo modo è riuscita a costruire un database dal quale il software potesse attingere per riconoscere e bloccarle.
La sviluppatrice ha quindi lanciato su Twitter la campagna “Showyourdiq”. Ma alla formula che spesso viene usata per farsi inviare foto esplicite, ha aggiunto: “per la scienza”.
Kelsey ha invitato i suoi follower a inviarle una foto intima e a “mostrare il pene per la scienza”. La ragazza ha quindi lanciato la campagna “messaggi privati sicuri”.
In tantissimi hanno inviato le proprie foto intime per la sua ricerca, contribuendo a proteggere centinaia di persone da molestie online.
Secondo il Guardian, una delle poche volte in cui il software è stato tratto in inganno, è stato quando un utente ha mascherato i propri genitali ricoprendoli di brillantini viola. Ma questo è un caso isolato.
Software anti molestie online: lo studio
Non si sa se sia per vanità, o se sia per incentivare lo scambio reciproco di immagini, ma l’invio di messaggi espliciti non desiderati è un fenomeno sempre più allarmante.
Al punto che nell’università Kwantlen Polytechnic in Canada, dei ricercatori hanno fatto uno studio per capire cosa spingesse i ragazzi a mandare le proprie foto intime anche contro la volontà dei destinatari.
Alcune piattaforme non oscurano tutti i messaggi espliciti, dal momento che la pratica non è chiaramente regolata e non tutti i social sono obbligati a bloccarle. “Twitter ad esempio ha una funzione che blocca le immagini che altri utenti hanno segnalato come sensibili”, scrive il Guardian. “Ma questo non impedisce alle persone di mandare le foto esplicite e non richieste direttamente nella casella dei messaggi privati”.
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