La donna che confeziona sardine all’uncinetto come gadget di appartenenza al movimento di piazza
Tra le 7mila “sardine” che lunedì 18 novembre hanno invaso Modena c’era anche Laura Soria, un’artigiana 56enne che si è distinta tra la folla di piazza Grande per la sardina di lana all’uncinetto cucita sul suo cappello.
“C’è chi ritaglia le sardine di cartone, noi realizziamo invece quelle all’uncinetto”, ha raccontato a TPI la donna che confeziona le sardine “lanose” anti Salvini in Emilia Romagna.
Dopo un impiego al comune di Pavia, Laura Soria una quindicina di anni fa si licenzia e si trasferisce per amore a Ferrara, in provincia, dove inizia a dedicarsi alla sua passione: l’uncinetto. Da donna impegnata quale è ha deciso di prendere parte al movimento delle sardine, non solo partecipando alle manifestazioni di piazza, ma anche facendo quello che sa fare meglio: lavorare la maglia all’uncinetto, da qui l’idea di creare le sardine lanose.
“Io ho una mia idea politica – spiega l’artigiana – ma l’idea di realizzare queste sardine all’uncinetto è nata come gesto di solidarietà e condivisione con le tante amiche che ho su Facebook e che condividono con me la passione per l’antica arte tessile. Non nego che sia anche una forma di sostegno al movimento delle sardine, ma lo scopo iniziale era molto più frivolo”.
Dopo avere partecipato alla manifestazione di Modena, le sue sardine all’uncinetto hanno iniziato a riscuotere un forte successo sui social. “Ho pubblicato le foto della sardina lavorata a maglia che ho cucito sul cappellino indossato in piazza Grande. Dalla quantità di like e di condivisioni ho capito che la mia idea è piaciuta molto. Così ho deciso di diffondere anche il disegno con le istruzioni per confezionarle”.
“Le mie sardine non si vendono”, precisa Laura. “Si regalano”.
Laura, però, non ha ricevuto solo richieste di informazioni per acquistare le sardine in maglia, ma anche insulti e messaggi di odio.”Ho visto cos’è la Bestia”, racconta. “Ho aperto Facebook e mi sono accorta di avere ricevuto diverse richieste di messaggi da sconosciuti. Ne ho trovati moltissimi. “Questa è una di quelle che va in piazza a urlare ammazzate i poliziotti”, ho trovato scritto. E questo è nulla. Ho avuto paura. Non ho risposto e non ho commentato, ma ho deciso di rendere privato il mio profilo che fino a ieri era pubblico per tutelarmi. Sarà visibile solo ai miei amici. E ho bloccato anche la chat di Messenger“.
Laura racconta che questo ha rappresentato un problema per la sua attività: “Lavoro molto con i social. Non ho un negozio e i miei lavori li espongo, oltre che nelle fiere, su Facebook. Da qui molti negozianti vedono le mie creazioni in foto e mi cercano per andare da loro e fare formazione. Io sono anche ebrea e in questo momento la situazione per me non è così digeribile. I miei nonni sono sopravvissuti ai campi di concentramento, ho la perfetta conoscenza di che cosa sia la paura. Loro sono riusciti a fuggire comprando passaporti falsi in cui è stato modificato il loro cognome. Sono cresciuta seduta in braccio a una nonna che portava sul braccio il tatuaggio da deportata e quando ero piccola mi diceva sempre “Se ti chiamano Sorìa dì subito che ti chiami Soria”. Venivamo identificati subito come ebrei da quel cognome, è rimasto il trauma. Io questi messaggi di odio li sento fortissimo”.
“Il razzismo c’è sempre stato ma oggi è stato reso lecito”, continua la donna delle sardine all’uncinetto.
“Secondo me la politica della Lega ha dato spazio a un sentimento d’odio che prima non veniva espresso o che comunque veniva affogato per vergogna o perché si sapeva che ci sarebbero potute essere delle ripercussioni, ora soprattutto sui social le persone non provano più vergogna ed esternano il proprio pensiero in maniera spudorata senza paura delle conseguenze”.
Laura non esclude che le sue sardine all’uncinetto possano diventare uno dei gadget delle prossime manifestazioni organizzate dal movimento, come quella di Ravenna, a cui parteciperà. “Quello che spero e auspico è che tutte queste sardine vadano anche a votare e che votino bene. Che votino contro l’odio perché altrimenti siamo fritti veramente”.
“La forza delle sardine è quella di essere un movimento che contiene al suo interno forze e idee diverse. Anche politiche. Le sardine per me sono come i partigiani, che non portavano tutti una bandiera. C’erano i democristiani, quelli di sinistra, che prima erano di destra ma che poi hanno cambiato idea. Non tutti i movimenti devono partire da un’idea politica”.