“Nella società di oggi le quote rosa non hanno più senso”. A dirlo è Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani, che racconta la sua visione del mondo femminile in un’intervista uscita su Huffington Post.
“Il discorso quote rose – spiega più nel dettaglio – mi lascia un po’ perplessa. Forse avevano senso anni fa, quando era ancora necessario scardinare alcuni pregiudizi. Ritengo che la società stia vivendo una grande trasformazione e ribadisco che al centro devono esserci le persone, a prescindere dal genere: ciò che davvero conta è il percorso di studio, la formazione, l’impegno e il modo di porsi di ognuno”.
Poi affonda sulla visione maschilista ancora dominante: “Il valore del singolo prescinda dal genere. Non si può negare che un retaggio culturale e antropologico abbia condizionato per molto tempo il ruolo femminile all’interno della nostra società, ma ne stiamo uscendo. Negli ultimi decenni si è verificato un grande cambiamento. La mentalità è fondamentale: noi donne dobbiamo prenderci i nostri spazi”.
E’ la sua esperienza a parlare per lei e per l’evoluzione positiva che piano piano sta colmando il gender gap: “Nel 1996, al mio arrivo alla Biblioteca Vaticana, eravamo solo tre donne. Quando l’ho lasciata, nel 2016, eravamo una sessantina, ossia la metà di tutti i dipendenti. Alla mia nomina alla direzione dei Musei Vaticani, avvenuta nel 2017, le posizioni direttive e di peso in Biblioteca sono stati assegnati proprio a delle bravissime colleghe. Questo dimostra come la presenza femminile in ruoli apicali sia sempre più forte e quanto la società si stia trasformando“.
Leggi anche: 1. “Troppe donne in giunta”: multa di 90mila euro alla sindaca di Parigi / 2. L’impegno di Draghi per i più svantaggiati riguarda donne e giovani. Ma non i migranti