Il principe Carlo diventa stilista: le ortiche del suo giardino diventano abiti (e sfilano a Londra)
Ieri, 17 settembre, il principe Carlo ha debuttato come stilista alla London Fashion Week.
Dopo l’apparizione in pubblico della regina Elisabetta e Camilla alla settimana della moda londinese degli scorsi anni, ieri è stato il turno primo erede al trono britannico.
Le sue modelle indossavano vestiti realizzati con le ortiche di Highgrove, la residenza di campagna del principe Carlo, e hanno sfilato al Savoy Hotel.
Il capo d’abbigliamento eco-friendly nasce da una collaborazione del principe con i pionieri della moda Vin + Omi, famosi per aver vestito Michelle Obama, Debbie Harry e Kate Moss.
Gli stilisti hanno incontrato per la prima volta il principe Carlo un anno fa e la conversazione si è presto spostata sull’orticoltura e forme di produzione rispettose della natura.
Vin ha spiegato a Carlo che volevano usare “ortiche, radicchio e rafano” come alternativa alle fibre fatte dall’uomo.
Al che il principe Carlo è intervenuto: “Ho molte ortiche a Highgrove, perché non venite a prenderle?”. La collaborazione, durante la quale più di 3mila ortiche sono state raccolte a mano, ha dato vita a una collezione di abiti eleganti.
“Gli stilisti avevano già impiegato plastica riciclata nelle loro creazioni, così Sua Altezza Reale ha detto ‘perché non fate qualcosa con le mie ortiche?'”.
“Secoli fa usavamo la fibra di ortica per fare vestiti, quindi siamo tornati al punto di partenza. Ho visto foto del tessuto e sembra elegante e setoso”.
Omi, co-stilista di Vin, ha detto che l’attenzione del principe Carlo per la natura è stupefacente.
Vin ha annunciato che continueranno a lavorare con lo staff del principe per capire quali altri elementi dei giardini possano essere riciclati in maniera creativa.
Il V&A di Londra ha intenzione di acquistare alcuni degli abiti per la loro collezione di moda sostenibile.
Omi ha concluso: “È stata un’esperienza surreale. Noi non siamo a favore delle istituzioni. Il nostro look si rifà al punk Camden degli anni 80. Non è che siamo proprio Gucci o cose del genere”.