Peter Handke, chi è lo scrittore Premio Nobel per la Letteratura 2019
“Con ingegnosità linguistica ha esplorato la periferia e la specificità dell’esperienza umana”. Con questa motivazione l’Accademia di Svezia ha assegnato allo scrittore austriaco Peter Handke il premio Nobel per la Letteratura 2019. Assieme a lui premiata anche la scrittrice Olga Tokarczuk, che ha vinto il Premio Nobel per il 2018.
Ma chi è veramente Peter Handke? Handke ha 76 anni e si è affermato come uno degli scrittori più influenti in Europa dopo la seconda guerra mondiale, anche se il suo nome è rimasto confinato in una nicchia nonostante la sua produzione di testi sia molto abbondante. È sia poeta sia romanziere.
Handke è nato nel 1942 in un villaggio di nome Griffen, situato nella regione Carinzia, nel sud dell’Austria. Questo era anche il luogo di nascita di sua madre Maria, che apparteneva alla minoranza slovena. Il padre era un soldato tedesco, ma non lo incontrerà mai prima di raggiungere l’età adulta. Lui e i suoi fratelli sono cresciuti con la madre e il nuovo marito, Bruno Handke.
La madre morì suicida nel 1971, evento che ha segnato senza dubbio la sua vita, poi raccontato nel romanzo L’Infelicità senza desideri. Dal 1990 Handke vive a Chaville, a sud-ovest di Parigi.
Peter Handke, le opere più famose
Iniziata la facoltà di legge all’università di Graz, Handke interrompe gli studi pochi anni dopo quando viene pubblicato il suo romanzo di debutto, I calabroni. La casa editrice italiana Guanda ne ha fatta una nuova edizione quest’estate, nella traduzione di Bruna R. Bianchi. Del 1969 invece è la seconda opera Insulti al pubblico, una sua opera teatrale che ha lasciato il segno sulla scena letteraria perché fu messa in scena da un gruppo di attori che insultavano il pubblico, come dice il titolo.
Per il cinema Il cielo sopra Berlino è nato dalla collaborazione con Wim Wenders che ha anche tratto un film dal suo romanzo Prima del calcio di rigore.
Nel 1966 si è trasferito a Princeton, negli Stati Uniti, da dove è tornato in Europa per dedicarsi alla letteratura d’avanguardia. Nel 2016 ha ricevuto in Italia il premio Scanno ed ha diviso metà del compenso con i terremotati del 24 agosto.
Oggi, l’autore, drammaturgo e traduttore carinziano, è uno dei più importanti scrittori di lingua tedesca. Handke suscitò scalpore per il suo schierarsi apertamente a favore della Serbia durante la guerra serbo-bosniaca.
L’Accademia Svedese segnala come sue opere più importanti Il mio anno nella baia di nessuno (1994) e il più recente Die Obstdiebin oder Einfache Fahrt ins Landesinnere (2017), entrambi dedicati al tema dell’esilio e delle frontiere. Handke è autore anche di capolavori come i romanzi Prima del calcio di rigore e Breve lettera del lungo addio.
Nel primo semestre 2020 uscirà in Italia il nuovo romanzo di Peter Handke, La ladra di frutta. Lo annuncia Luigi Brioschi, presidente di Guanda, commentando l’assegnazione del Nobel per la Letteratura 2019 allo scrittore austriaco.
“Peter Handke ha segnato con un’impronta inconfondibile il corso della letteratura contemporanea: un grande maestro di stile – dice Brioschi – uno scrittore profondamente originale, un artista che sa mostrarci le cose come non le abbiamo mai percepite. Guanda pubblica con convinzione e costanza l’autore da molti anni, alternando le novità ai titoli di back list, e oggi festeggia un premio che Peter Handke ha grandemente meritato”.
Quando Peter Handke voleva abolire il premio Nobel
Nel 2014 Peter Handke, in occasione dell’assegnazione del Nobel per la letteratura al francese Patrick Modiano, dopo aver dispensato grandi complimenti al collega, si espresse con parole molto dure nei confronti del Nobel e propose anzi di abolirlo.
“Modiano è davvero un autore notevole con un’opera unica”, affermò, aggiungendo che il riconoscimento, con la sua “falsa canonizzazione” della letteratura, non porta nulla di buono: “Il Premio Nobel andrebbe finalmente abolito”, disse Handke in una dichiarazione all’agenzia austriaca Apa. Secondo lo scrittore austriaco, il Nobel porta “un momento di attenzione, nelle pagine dei giornali”, ma per la lettura non porta nulla.
Handke aveva ammesso che l’essere stato inserito nella rosa dei candidati al Nobel non lo aveva lasciato indifferente: “Certo che ti prende, ti infastidisce, e allora ti infastidisci con te stesso perché ci pensi: è una cosa così indegna e al contempo si diventa per un po’ se stessi indegni”.