Secondo uno studio della Harvard University trascorriamo in media quasi il 50% del nostro tempo a vagare con la mente. Questo è un problema importante, per diverse ragioni. Vediamole subito.
Una mente che vaga è tendenzialmente infelice. Dai risultati dello studio è emerso infatti che qualunque fosse l’argomento che la mente stesse accarezzando, non rendeva mai la persona più felice. E se consideriamo che in Italia l’aspettativa di vita è di circa 80 anni, significa che trascorriamo all’incirca 40 anni a pensare anziché vivere il presente.
Flow, il flusso per vivere il momento presente
Le esperienze di “flow” (Flusso per vivere il momento presente, ndr) sono quelle che aumentano di più i nostri livelli di felicità percepita proprio perché mentre siamo nel flow, nel flusso, la nostra mente tace, non parla.
Perché la nostra mente vaga (mind-wandering)
Il mind-wandering (divagare con la mente, ndr) ci rende quindi meno felici rispetto al vivere nel momento presente, anche se in realtà si porta dietro alcune funzioni importanti da non sottovalutare. Durante i momenti di “non presenza”, infatti, la mente lavora creando associazioni libere tra le informazioni che già possiede. Non solo, durante questo processo, spesso il cervello emette onde alpha, che tendono ad essere un buon marker per il rilassamento. La mente, dunque, vaga perché è importante che lo faccia. Diciamo che è una sorta di utilizzo diverso dell’attenzione, meno guidato, che ci rende meno felici ma che può aiutarci a risolvere problemi latenti o a trovare soluzioni per raggiungere i nostri obiettivi.
E invece il Flow?
Il flow è uno stato studiato principalmente da Csikszentmihalyi uno degli psicologi più conosciuti nel campo della psicologia positiva. L’esperto ha studiato quel momento in cui siamo pienamente concentrati su quello che stiamo facendo in cui il tempo sembra scomparire.
Prova a pensare a quando sei in un momento di grande concentrazione al lavoro o mentre pratichi sport o ancora mentre stai giocando o suonando uno strumento musicale. Ci sono istanti in cui non puoi distrarti, perché quello che stai facendo è così bello, interessante, impegnativo, divertente, che la mente è silenziosa e perfettamente focalizzata sull’unica attività che sta compiendo in quel momento. È quello stato in cui entrano i grandi atleti quando sono in un momento topico della loro carriera nel quale li vedi esprimersi al massimo delle loro potenzialità.
Come si entra nel Flow?
Il professore Csikszentmihalyi ha definito otto caratteristiche del flow, che ci permettono anche (se vogliamo) di entrare a piacimento in questo stato. Vediamole qui sotto:
1. Completa concentrazione sull’attività presente
2. Chiarezza degli obiettivi
3. Alterata percezione del tempo
4. Ciò che si fa gratifica di per sé
5. Non c’è sforzo
6. L’attività è difficile, ma non troppo difficile
7. L’azione non ha bisogno di pensiero
8. Ci si sente in controllo
Prova a pensare a qualcosa che ti piace e in cui sei bravo: molto probabilmente, facendola, sperimenterai molte volte lo stato di flow.
Costruisci la tua giornata intorno al Flow
Ci sono moltissime situazioni in cui puoi sperimentarlo: mentre scrivi, suoni, mentre vai a funghi, durante una camminata, cantando una canzone, chiacchierando con amici di cose importanti, ragionando sui grandi problemi della vita, facendo il falegname, pulendo casa. Il flow si nasconde ovunque, perché in fondo dipende anche da come sei fatto, cosa ami e le tue abilità. Come “regola” potremmo tranquillamente dire che se riesci a infilare almeno un’attività di flow al giorno, probabilmente ti avvicinerai di un passo alla felicità. Questo richiederà anche un po’ di lavoro di osservazione su chi sei, cosa ami, quali sono le azioni della tua giornata, dove c’è spazio per fare dei cambiamenti e come variare il tuo atteggiamento riguardo altri fattori. Con un buon bilanciamento tra lasciar vagare la mente, così che risolva i nostri problemi latenti, e una dose di flow al giorno, quindi saremo in grado di vivere un’esistenza soddisfacente e, molto probabilmente, felice.