Da domenica prossima (29 novembre 2020) in tutte le chiese italiane entrerà in vigore il nuovo Messale revisionato dalla Cei che introdurrà definitivamente una serie di modifiche alle formule e alle preghiere più conosciute. Nel Padre Nostro, ad esempio, arrivano le parole: “Non abbandonarci in tentazione” e non più “non ci indurre in tentazione”. Al momento della consacrazione, il prete all’altare dirà: “Ecco l’Agnello di Dio.. beati gli invitati alla cena dell’Agnello”. Inoltre, dopo il Santo, il sacerdote dirà: “Veramente Santo sei tu, o Padre” e proseguirà “santifica questi doni con la rugiada del tuo Spirito”. Sempre nella consacrazione c’è anche un’altra modifica: “consegnandosi volontariamente alla passione”.
Cambiamenti anche per il Gloria. “Pace in terra agli uomini amati dal Signore”. E al Kyrie sono privilegiate le invocazioni in greco. Kirye eleison, Christe eleison. Infine all’atto penitenziale vi è stata apportata una aggiunta inclusiva: “Confesso a Dio onnipotente fratelli e sorelle tutti”.
La Conferenza Episcopale Italiana si augura che queste novità possano arginare l’iniziativa di qualche prete al fai-da-te. Il sacerdote non deve “togliere o aggiungere alcunché di propria iniziativa”, ammonisce la Cei nell’introduzione al Nuovo Messale. E avverte: la “superficiale propensione a costruirsi una liturgia a propria misura” non solo “pregiudica la verità della celebrazione ma arreca anche una ferita alla comunione ecclesiale”.
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