Molte aquile ho visto in volo. Vite straordinari di piloti: Filippo Nassetti ricorda suo fratello Alberto
Guardare il cielo e sognare di volare è un sogno antico come il mondo, ma per alcuni quel sogno è diventato realtà: talvolta li chiamano eroi, ma nel quotidiano sono dei piloti che cercano con tutte le proprie forze di staccarsi da terra e compiere azioni straordinarie, di quelle che ogni tanto sentiamo raccontare al TG (un atterraggio di fortuna in condizioni estreme, un salvataggio fuori dall’ordinario oppure un errore umano che è costato caro). Ed è di queste storie che parla Filippo Nassetti nel suo ultimo libro, “Molte aquile ho visto in volo”, dedicato al fratello Alberto, che ha perso la vita nel 1994.
Alberto era una forza della natura, sempre in movimento, mosso dal desiderio di voler concretizzare al più presto i propri desideri. Il volo ce l’aveva nel sangue, una passione che l’ha portato in giro per il mondo senza mai stancarsi. In questo volume, il fratello Filippo ha voluto ricordare la travagliata storia del fratello scomparso troppo in fretta, per un tragico scherzo del destino, ma la sua non è l’unica storia ad occupare le pagine (edite da Baldini + Castoldi): oltre ad Alberto, Nassetti ricorda anche Pier Paolo Racchetti, scomparso nello stesso incidente del ’94, a bordo dello stesso aereo. A Pier Paolo ed Alberto, oggi, sono dedicate due vie dell’aeroporto di Fiumicino – dove sono partiti e tornati tantissime volte – e due aerei Boeing 777 Alitalia.
Cosa motiva un pilota? E da dove nasce la sua esigenza di volare tra le nuvole? Filippo Nassetti tenta di rispondere a questi interrogativi dando la parola a chi, questo mestiere, ce l’ha tessuto sulle ossa. Raccoglie le testimonianze di chi ha conquistato il sogno, di chi ha temuto di dovervi rinunciare (come Francesco Miele, oggi pilota easyJet che, dopo un brutto incidente in motocicletta, ha perso una gamba eppure ha trovato un modo per tornare a volare) e di chi invece ha raccolto il sogno di qualcun altro (come Pier Francesco Amaldi Racchetti, primo ufficiale Ryanair, figlio di Pier Paolo Racchetti).
Molte aquile ho visto in volo, ali maestose sfidare il suolo
Un cambio di direzione che, poi, ne segnerà anche l’epilogo a Tolosa, nel sud della Francia. Lì, come Antoine de Saint-Exupéry mezzo secolo prima, troverà la morte in uno schianto d’ali pochi giorni prima di festeggiare i ventotto anni.
Alberto, il primo di quattro figli, ha cercato di proteggere la famiglia dalle amare verità, anche quando gli fu diagnosticato un tumore maligno al cervello, anche quando la sua condizione fisica avrebbe potuto compromettere la sua carriera. Ma Alberto non si è mai arreso: di lui hanno tutti un bel ricordo, compagni di scuola, di lavoro, famigliari. Una vita breve, stroncata a 28 anni, eppure così ricca di avventure, amicizie ed emozioni che non possiamo ricordare se non con questa sua (profetica) poesia, scritta nel 1991:
Leggi l'articolo originale su TPI.itMolte aquile ho visto in volo
Ali maestose sfidare il suolo
Rapaci solitari incontro al sole
Imperiali figure sfrecciare nelle gole
Ancora a lungo li vedrò
poi, con loro, io morirò