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Junko Tabei: la storia della prima alpinista donna che scalò l’Everest a cui è dedicato il doodle di Google

Di Giulia Angeletti
Pubblicato il 22 Set. 2019 alle 07:56 Aggiornato il 22 Set. 2019 alle 10:33

Junko Tabei – personaggio a cui è dedicato il doodle di Google di oggi, domenica 22 settembre – è stata la prima donna a scalare l’Everest. Perché il motore di ricerca ha deciso di ricordarla? Perché proprio oggi Junko, deceduta il 20 ottobre del 2016, avrebbe compiuto 80 anni.

Morta a 77 anni per via di un cancro allo stomaco, Junko Tabei salì su quella altissima vetta nel maggio 1975; ma questa, in realtà, non fu la sua unica memorabile impresa, perché Tabei riuscì a scalare (e fu la prima donna a farlo) le “Seven Summits”, le “Sette vette” più alte dei sette continenti della Terra. Nata nel 1939 a Miharu, vicino Fukushima, da una famiglia poco abbiente a causa della Seconda Guerra Mondiale e numerosa, era la quinta di cinque figlie femmine.

La sua passione per la montagna è nata quando era solo una bambina di 10 anni: in occasione di una gita scolastica salì per la prima volta sul Monte Asahi (alto 2.300 metri) e sul Monte Chausu (1.400 metri), mentre in adolescenza gestiva già un club per donne che si specializzava in alpinismo e il cui motto era “Andiamo a fare una spedizione all’estero, da sole”. È importante sottolineare che, all’epoca, il fatto che una donna gestisse un club era un qualcosa di “avanguardista” e mal visto dagli uomini. Come ha riferito Junko stessa in un’intervista del 1991 al Japan Times, infatti, “la maggior parte degli uomini giapponesi della mia generazione si aspettano che la donna stia a casa e faccia le pulizie”.

Junko Tabei

Laureata in letteratura inglese all’università di Tokyo, Junko non ha mai abbandonato l’alpinismo, motivo per cui dopo gli studi intraprese una serie di attività con un unico obiettivo: quello di  riuscire a permettersi di coltivare la sua passione.

È stato nel 1975, quando Tabei aveva 35 anni, che riuscì nella sua storica impresa, quella di scalare il Monte Everest: con lei il suo sherpa, Ang Tsering. In seguito, nel 1992, Junko scalò le “Seven Summits”: come già anticipato, anche in questo caso fu la prima donna a farlo, raggiungendo la cima del Kilimangiaro in Tanzania (1980), dell’Aconcagua in Argentina (1987), del McKinley in Alaska (1988), dell’Elbrus in Russia (nel 1989), del Vinson in Antartide (1991) e del Puncak Jaya in Indonesia (1992).

Nel nuovo millennio la donna si è poi appassionata all’ambientalismo, tanto da prendersi una seconda laurea all’Università Kyushu di Fukuoka, sempre in Giappone, occupandosi da vicino del degrado del terreno montano causato dai rifiuti lasciati proprio dai suoi colleghi alpinisti. Il suo amore per le alte vette montano è poi proseguito fino agli ultimi anni della sua vita, visto che Junko ha accompagnato classi di studenti fino ai suoi 73 anni ogni estate sulla vetta del Monte Fuji (alta ben 3776 metri).

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