La bioetica rappresenta un campo di riflessione e di ricerca nato in tempi piuttosto recenti, ufficialmente negli anni Settanta. Il termine è di origine greca ed è composto dalle parole “bios” (vita) ed “ethos”: può essere tradotto in italiano come “etica della vita”.
Si tratta di una disciplina che si pone come obiettivo quello di analizzare e studiare qualsiasi questione presenti un aspetto morale: un’esigenza che nasce in seguito agli ultimi sviluppi delle scienze (medicina, biologia, ecologia, etologia) e ai progressi straordinari delle tecnologie.
Gli studi della bioetica presentano un campo d’indagine piuttosto vasto e includono diversi argomenti, affrontati attraverso un approccio multidisciplinare che comprende materie tra cui psicologia, filosofia, diritto, sociologia e molte altre ancora.
Il periodo del fine vita visto dalla bioetica
Un tema che risultava particolarmente oggetto di discussione nella bioetica è quello del testamento biologico: un atto attraverso cui la persona, nel pieno possesso delle sue facoltà, esprime le proprie volontà per quanto riguarda le disposizioni sanitarie a cui attenersi qualora si trovasse nelle condizioni di non poterlo più fare. Ciò può verificarsi per via di un incidente o di una malattia.
Si tratta di una conquista importante e che risulta possibile grazie all’entrata in vigore della Legge 219/2017, la quale ha a sua volta come punto di partenza i principi del diritto alla vita, alla dignità, alla salute, all’autodeterminazione contenuti nella Costituzione e nell’ordinamento europeo.
La redazione del biotestamento è oggi possibile in molteplici modi, tutti gratuiti:
- per atto pubblico o per scrittura privata autenticata;
- per scrittura privata consegnata personalmente presso l’ufficio di stato civile del proprio comune di residenza;
- attraverso la compilazione di un modulo da consegnare alla strutture sanitarie competenti (modulo DAT);
- per i cittadini italiani all’estero, presso gli Uffici consolari italiani.
Tra i servizi di consulenza gratuita più interessanti c’è n’è uno promosso da VIDAS: associazione attiva da oltre quarant’anni nel campo delle cure palliative e che quotidianamente si interfaccia con la bioetica.
Rivolgendosi allo Sportello Biotestamento, via telefono o via mail, è possibile confrontarsi con un’équipe qualificata in grado di rispondere a dubbi, domande e perplessità prima di redigere il testamento biologico, la cui compilazione spetta comunque al cittadino in autonomia.
La bioetica si interroga da anni sul momento in cui una persona si trova in uno stato vegetativo o a vivere l’ultimo tratto della vita: la discussione interessa in particolare come disporre dei sostegni artificiali oggi disponibili.
Un dibattito che ha cambiato il concetto stesso di morte, dal momento che prima dell’avvento delle nuove tecnologie questa condizione era intesa come la cessazione dell’attività di cuore, polmoni e cervello. Oggi, invece, viene considerata come la cessazione delle funzioni dell’encefalo e di quelle cerebrali.
Altre questioni affrontate dalla bioetica
La bioetica esplora questioni di fondamentale importanza, di natura morale e sociale. Oltre a quelle inerenti il fine vita, risultano di grande dibattito le ultime tecniche in ambito medico per la riproduzione, come ad esempio la fecondazione assistita.
Tra le tecnologie che hanno suscitato più clamore ci sono quelle relative alla manipolazione del DNA e al trapianto di organi. La necessità che pone la bioetica è di ricercare un confine tra cosa è lecito porre come terapia e cosa non lo è, per dirlo in termini molto generici.
La bioetica è un punto di vista con cui confrontarsi diventa prezioso e che viene applicato anche a quanto ruota intorno agli altri esseri viventi – si parla in questo caso di bioetica degli animali – e all’ambiente (bioetica ambientale). I suoi confini appaiono sempre più ampi e risultano un costante stimolo di riflessione per tutti i soggetti coinvolti.
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