Dopo una serie di riflessioni e valutazioni personali, hai deciso di voler iniziare un percorso psicologico. È una scelta importante, non solo per la portata dei temi trattati, intimi e spesso delicati, ma anche e soprattutto per il risvolto che ne rappresenta affrontarli. Si, intraprendere un percorso terapeutico è spesso molto faticoso, rappresenta però anche una scelta di cura longeva volta a farci stare meglio nel medio-lungo termine, perciò siediti, prenditi un po’ di tempo e scegli lo psicologo che può fare al caso tuo! Largo ai dubbi.
Meglio uno psicologo uomo o donna?
Su questo non c’è una regola definita. Gli uomini non sono meglio per gli uomini e le donne non sono meglio per le donne. Spesso la scelta del genere è mediata da diversi fattori come la propria storia infantile, la relazione con i genitori, il partner, ma anche dal contenuto della richiesta: se ad esempio sarà di natura sessuale la problematica che vi riguarda, è possibile ipotizzare che ci si sentirà più compresi da chi è dello stesso sesso. Ma non è sempre così. La cosa più importante è riuscire ad individuare qualcuno con cui si pensa di poter parlare, aprirsi liberamente e sentirsi a proprio agio.
Come inizio la mia ricerca?
Procedi domandando a qualcuno di fiducia. Spesso quando dobbiamo fare qualcosa di nuovo, ci rivolgiamo ad amici, familiari, colleghi per indirizzare la nostra scelta in modo più accurato. Chiedere alle persone di cui ci fidiamo, che sono o sono state in psicoterapia, come si trovano o si sono trovate con il loro psicologo, è una buona strategia iniziale. In caso di valutazione positiva, occorrerà chiedere al nostro interlocutore di specificare le ragioni della propria soddisfazione. I loro motivi potrebbero non essere i tuoi, i bisogni che vi spingono a chiedere supporto potrebbero essere molto diversi tra loro.
Un’altra modalità di ricerca può essere attraverso il sito del Consiglio Nazionale degli Ordini degli Psicologi che pubblica e aggiorna costantemente l’elenco di tutti gli iscritti all’Albo, divisi per regioni e città. N.B: assicurati sempre che il tuo psicologo sia iscritto all’Ordine degli psicologi, è una garanzia e una tutela per te.
Quale approccio teorico è meglio per me?
Può essere che tu non abbia idea di cosa faccia al caso tuo e di quali/quanti orientamenti teorici ci siano. Beh non c’è nulla di male, non ti è dato saperlo, inizia piuttosto a chiederti di cosa avresti bisogno ora per stare meglio. Credi sia necessario intervenire sul tuo modo di pensare? Sul tuo comportamento? Vuoi esplorare qualcosa che riguarda il tuo passato e che incide ancora fortemente sul tuo presente? Oppure vuoi focalizzarti sul qui e ora? Credi sia meglio lavorare all’interno delle dinamiche familiari piuttosto che individuali? Oppure preferisci elaborare personalmente alcuni vissuti emotivi che risuonano forti in te?
Ecco, una volta che hai in mente cosa avresti bisogno di affrontare per stare meglio, il consiglio è quello di parlarne direttamente con lo psicoterapeuta per vedere se il suo approccio risuona ed è familiare con le tue esigenze. Se al contrario hai già qualche idea sul tipo di approccio che vorresti seguire e hai bisogno di fare maggiore chiarezza, è possibile contattare direttamente le scuole di specializzazione di psicoterapia. Quest’ultime hanno a disposizione una banca dati dei professionisti che si sono formati presso di loro. In questa pagina è possibile consultare l’elenco generale delle scuole di specializzazione di Psicoterapia italiane.
Il primo contatto telefonico
È normale essere un po’ nervosi durante questa prima chiamata, per cui non è necessario porre troppa attenzione a sensazioni e prime impressioni, posporrei questa valutazione al primo appuntamento. Con l’obiettivo, quindi, di prediligere una conoscenza più approfondita al momento dell’incontro che sia questo online o dal vivo, la prima telefonata è di solito piuttosto breve. Infatti, non è questo il momento per trasmettere o raccogliere molte informazioni ma piuttosto per avanzare al professionista alcune domande fondamentali relative alla sua professione, al costo e all’appuntamento.
Il primo appuntamento
Durante il primo incontro si è bombardati da moltissime informazioni di tipo verbale e non verbale. Cerchiamo di non perderci nulla e di porre la nostra attenzione tanto verso l’interno, ossia nei nostri confronti, quanto verso l’esterno, ossia verso il nostro interlocutore. In questa prima fase è importante raccogliere informazioni di natura amministrativa, come costi, tempi, condizioni di pagamento, regole per assenze e disdette. Ma è altrettanto importante porsi alcune domande, come ad esempio: il professionista mi è sembrato serio e capace? La sua preparazione/formazione fa al caso mio? È adattato a ciò di cui ho bisogno? È riuscito a sintonizzarsi con me e le mie problematiche? Se hai delle risposte affermative, beh ci sono le basi per l’inizio di un buon rapporto terapeutico.
Cosa tenere a mente
– Sentirsi completamente a proprio agio non è auspicabile, talvolta è necessario uscire dalla propria confort zone per favorire dei cambiamenti e dei progressi.
– Il primo appuntamento non è un esame, né per te né per lo psicologo, l’incontro è volto a conoscersi e non ad analizzarsi (come si usa dire).
– Non avere fretta, prenditi del tempo, soprattutto durante i primi colloqui è normale sperimentare sentimenti contrastanti, cerca di capire se questi aspetti sono determinati dalla persona che hai davanti o sono piuttosto elicitati dalla difficoltà di affrontare alcune tematiche personali.
– Lo psicologo è formato per valutare ed affrontare problemi concreti, legati a comportamenti, atteggiamenti, disturbi, tratti di personalità, periodi della vita, ecc.
La sua competenza gli permette di arrivare lì dove le migliori intenzioni spesso non bastano. Però, l’esperto di te stesso sei tu, chiediti quanto sei disposto a metterti in gioco ed aiuta il tuo interlocutore a vestire i tuoi panni, la sua formazione non è sufficiente a farti stare meglio, TU sei determinante! Chi trova il giusto terapeuta è già a metà dell’opera! Buona ricerca.
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