I lavoratori autonomi e i lavoratori con fatturato non troppo elevato possono aderire al regime forfettario speciale, che dal 2019 si apre a una platea di beneficiari più ampia, rispetto agli anni precedenti. Questo sistema include tutti i professionisti autonomi e gli imprenditori il cui reddito non superi i 65mila euro annui. Per chi avvia una nuova impresa è possibile beneficiare del piano di start up forfettario, con tasse al 5% per i primi 5 anni da rispettare, purché soddisfi le condizioni precedentemente previste per l’adesione al c.d. minimo regime contribuente (DL 98/2011).
Chi deve iscrivere una società alla Camera di Commercio dovrà versare all’istituto una quota di circa 80-100 euro annui; A questa spesa vanno aggiunti, ovviamente, il costo del commercialista (circa 1.000 euro all’anno) e i contributi Inps. I coefficienti di redditività non cambiano al riguardo, è necessario però tenere conto del fatto che nel regime agevolato non è possibile detrarre le spese (a esclusione dei soli contributi previdenziali).
Il sistema forfettario è senza dubbio il più economico. In questo caso non vengono applicate imposte aggiuntive quali IRAP, IRPEF e IVA. Ma, come dicevamo, il sistema flat rate è rivolto solo alle aziende con ricavi che non superano i 65.000 euro. Ma andiamo con ordine, e facciamo il punto sull’IVA forfettaria: ecco le cose che devi sapere e che puoi gestire con app Beprof.
Ecco solo alcuni dei vantaggi previsti per gli autonomi che decidono di optare per l’IVA agevolata:
- non sono soggetti a Iva e studi di settore (ora ISA, indici sintetici di affidabilità fiscale);
- non vi è alcun obbligo di tenuta delle scritture contabilie delle partite IVA obbligatorie (acquisti, vendite, ecc.), ma solo di numerare progressivamente le fatture e di conservarle (escluse le fatture di acquisto);
- le fatture non devono essere assoggettate all’IVA e non devono essere applicate ritenute d’acconto;
- Non vi è alcun obbligo di emettere fatture elettroniche;
- Riduzione del 35% (facoltativo) dei contributi dovuti da artigiani e commercianti.
Uscire dal piano forfettario significa perdere tutti i vantaggi di cui abbiamo parlato sopra. È necessario dunque attenersi alle aliquote IRPEF per calcolare le tasse e iniziare a pagare l’IRAP e le integrazioni comunali e regionali, così daavere una tassazione più alta.
Per chi gode della riduzione d’imposta, ovvero del forfait super agevolato con il 5% di tasse, i requisiti sono gli stessi precedentemente previsti per i contribuenti minimi. Se viene proseguita un’attività precedentemente svolta da altro soggetto, l’importo del relativo reddito e della retribuzione, svolte nel periodo stabilito prima del riconoscimento del beneficio, non deve superare il limite che consente l’accesso al regime.
Il limite di fatturazione per rimanere all’interno del regime forfettario previsto per gli autonomi, come sappiamo, è di 65.000 euro all’anno. Spesso si dimentica che questo limite si applica se la partita IVA è già attiva, o per chi ha aperto la partita IVA il 1° gennaio. In media i costi si aggirano intorno ai 600/700 euro all’anno per i contribuenti forfettari o minimi con fatturazione bassa, e fino a 1.500 euro per i professionisti in contabilità semplificata con fatturazione medio-alta.
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