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Chiamare un uomo “pelato” è una molestia sessuale: “Viola le leggi sulla parità”

Di Niccolò Di Francesco
Pubblicato il 9 Ott. 2024 alle 17:15 Aggiornato il 9 Ott. 2024 alle 17:15

Chiamare un uomo “pelato” è una molestia: “Viola le leggi sulla parità”

Dire a un uomo “pelato” è considerato una molestia sessuale: è quanto stabilito in una sentenza dalla High Court, l’Alta Corte britannica.

Secondo il giudice il termine, se riferito a un uomo, potrebbe violare le leggi sulla parità di trattamento in quanto “intrinsecamente correlato al sesso”.

La vicenda risale al 2019 quando un elettricista inglese è stato insultato dal suo supervisore che lo ha chiamato “pelato del c***o”. Licenziato nel 2021, l’uomo ha deciso di portare in tribunale la sua ex azienda.

Nel febbraio del 2022, un tribunale si è espresso a suo favore, ma la sentenza è stata impugnata dall’azienda con la seguente motivazione: “Sia ​​gli uomini sia le donne possono essere calvi, perciò l’uso del termine in relazione a un uomo non può violare le leggi sulla parità”.

Il ricorso, però, è stato respinto: secondo la giudice che si è espressa sul caso, infatti, “la calvizie è più diffusa negli uomini, il tribunale non ha inserito nel suo ragionamento questioni di diverso impatto negativo”.

“Piuttosto, si trattava di riconoscere il fatto che la caratteristica in riferimento alla quale il supervisore aveva scelto di abusare dell’uomo (calvizie) era più diffusa nelle persone del genere (maschile) e, in quanto tale, intrinsecamente correlata al sesso” ha concluso.

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