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Che fine ha fatto Trash Italiano?

Di Anna Carluccio
Pubblicato il 18 Apr. 2021 alle 16:46 Aggiornato il 18 Apr. 2021 alle 16:51

Ma chi glielo doveva dire a Can Yaman che a offuscare il clamore per la sua sparizione dai social (sì, di nuovo!) sarebbe stato il “Trash Italiano Gate”? Già, perché da qualche giorno il vero mistero da risolvere non è certo l’ennesima mossa dell’attore turco per attirare l’attenzione sulla sua improbabile storia d’amore (leggasi “fotoromanzo“) con Diletta Leotta. Qui il dilemma è un altro e pretendiamo delle risposte: che fine ha fatto Trash Italiano?

Dal 14 aprile infatti il sito web di trash e gossip risulta inaccessibile e i profili Instagram e Twitter disattivati o cancellati. “Spiacenti, questa pagina non è disponibile”, è il triste messaggio che ci accoglie quando per la ventesima volta torniamo a dare una controllatina. Una doccia fredda per i tantissimi follower (in tutto circa 5 milioni, 3,7 su Instagram e 1,3 su Twitter) della pagina gestita dal giovane Marco D’Annolfi. Pagina diventata, a colpi di gif, meme iconici e video sul mondo della tv trash e non solo, un vero fenomeno di costume sui social, accreditandosi anche come fonte abbastanza attendibile in quanto a gossip. Un successo notevole che nel tempo ha portato anche alla creazione di un’applicazione, di un sito web ufficiale e di tutto un filone di merchandising. Un fenomeno tutt’altro che trascurabile insomma. C’è chi almeno una volta nella sua vita ammette di essersi imbattuto nella gif di Tina Cipollari con il suo ormai epico “No Maria, esco” e chi invece mente.

La notizia della chiusura degli account ha quindi destabilizzato molti che da subito si sono lanciati alla ricerca dei possibili motivi di questa sparizione. C’è chi ha pensato all’ennesimo scherzo delle “Iene”, ormai identificata dal pubblico più come succursale di “Scherzi a parte” che come programma di approfondimento, chi ha ipotizzato un improbabile attacco hacker, e chi invece ritiene si tratti solo di un periodo di pausa dettato da un momento difficile. A dare una qualche plausibilità a quest’ultima opzione quel commiato postato poco prima di sparire: “Una giornata un po’ no. Per un po’ Trash Italiano non sarà disponibile. A presto. Marco” con tanto di cuoricino d’accompagnamento.

Eppure in pochi hanno creduto realmente alla storia dell’improvvisa pausa di riflessione. Anche perché ai più attenti non era sfuggito quel quiz proposto ai follower in occasione del 1 aprile e che non lasciava presagire alcuna crisi esistenziale ma qualcosa di ben diverso: “Visto che tutti fanno i pesce d’aprile io pensavo di fare il contrario. Una di queste cose NON è un pesce d’aprile”. Quindi le 6 opzioni, poi ridotte a tre, ossia: “Trash Italiano sarà presente per la prima volta nella giuria dei giornalisti alla finale di Amici”, “Nel mese di aprile uscirà la prima linea skincare social firmata da Trash Italiano” e infine “Nelle prossime settimane ci saluteremo: il progetto Trash Italiano è stato acquistato da un famoso editore e verrà gestito da una redazione”. E se la prima opzione non ha avuto particolare seguito, le altre due sono sembrate un po’ più plausibili. Secondo alcuni quindi Marco sarebbe in procinto di lanciare un nuovo progetto nel campo del “Beauty”, e lo proverebbe anche quell’incontro con Chiara Ferragni avvenuto alla vigilia della chiusura degli account, documentato con tanto di foto. E si sa che quella di disattivare le pagine social è ormai diventata una tendenza, soprattutto alla vigilia di importanti novità su cui si vuole attirare la massima attenzione. Si tratta di hype marketing, anche detta “montatura”.

A qualcuno invece piace l’ipotesi “acquisizione” che giustificherebbe il saluto malinconico rivolto ai follower: c’è chi dice che il pacchetto “Trash Italiano” potrebbe essere acquisito addirittura da Mediaset e chi suppone che stia per passare nelle mani della Doom Entertainment, società di cui Fedez è socio. Ipotesi fantasiose sì, ma illuminate da un pallido barlume di verosimiglianza.

Lo scenario più surreale e inaudito è quello che invece vedrebbe dietro a tutto questo l’esercito dei fan di Bugo. Per capire è necessario fare un piccolo passo indietro, a quando, pochi giorni fa, il cantante, costantemente nel mirino di meme e sfottò dal suo ormai epico Sanremo 2020 con Morgan, ha sbottato su Instagram contro Trash Italiano reo di aver postato questo commento durante l’ultimo Festival: “Bugo ha detto che non vuole si parli della storia del “dov’è Bugo?”. Bene, allora parliamo del fatto che il suo posto l’avrebbe meritato di più un Michele Bravi”. Un commento che ha suscitato una reazione tardiva del cantante che ha pubblicato una risposta infuocata: “Trash Italiano, creato da uno che ha avuto molti problemi di autostima fin da piccolo e ora li ribalta sugli altri, mettendo di mezzo il bravo Michele Bravi. Il tuo accanimento nei miei confronti ti rende sempre più piccolo mentre io divento sempre più grande. E la gente lo sa”. Da lì a poco la disattivazione dei profili e la storia che ben conosciamo. Ecco perché i più audaci hanno pensato che sia stato lo stesso Instagram a chiudere momentaneamente l’account in seguito alla pioggia di segnalazioni dei seguaci del buon Cristian Bugatti.

Ora, se questa ipotesi in una realtà parallela alla nostra si rivelasse mai vera, fossi in Bugo sarei in preda a un travaso di bile a domandarmi dove fossero tutti questi fan accaniti quando all’Ariston non mi si schiodava dal fondo della classifica manco per sbaglio. Prossima volta ci si organizza meglio, e che ca*zo.

Che poi, tornando a TI, è inevitabile che una pagina con un tale seguito, e con le sue innegabili simpatie e preferenze, negli anni oltre a tanti estimatori abbia collezionato anche un discreto numero di nemici tra i personaggi dello spettacolo e i rispettivi seguaci. Non sembra correre buon sangue ad esempio con Tommaso Zorzi, che non ha molto gradito il trattamento riservatogli dalla pagina mentre si trovava nella Casa del Grande Fratello Vip.

Chissà se alla base di questa antipatia non ci possa essere colui che ormai è l’ombra di Zorzi, ossia l’autore e giornalista Gabriele Parpiglia. Colui che nel 2018 a colpi di Instagram stories, si era scagliato contro D’Annolfi/Trash Italiano a suon di “cog**one”, “Chi caz*o sei?” e minacciando vie legali. La colpa di cui si era macchiato TI? Aver pubblicato dopo la celebre lite tra Ilary Blasi e Fabrizio Corona, consumatasi durante il Gf Vip, un post in cui riportava la notizia secondo cui Corona avrebbe studiato una parte per ”mettere in scena” la lite con la conduttrice.

Un antefatto non strettamente attinente alle recenti vicende ma che dà la dimensione di quanto la pagina, seppur leggera e disimpegnata, fosse in grado di far saltare i nervi ai piani alti del mondo televisivo e rappresentare una spina nel fianco per più di un addetto ai lavori, soprattutto quelli con una suscettibilità livello Pro. Stesso discorso vale per i fandom più accaniti dei vari personaggi, capaci di scatenare vere guerre contro chi di volta in volta si schiera contro i propri beniamini. Ecco perché non stupisce che alla notizia della scomparsa di Trash Italiano tra le tante reazioni “disperate” ce ne siano state anche altre di giubilo.

Ma torniamo alla nostra matassa da dipanare che qui la faccenda è seria. In fondo alla lista delle ipotesi, ma tutt’altro che dolce, c’è quella secondo cui alcune emittenti televisive avrebbero deciso di colpire Trash Italiano per la pubblicazione di contenuti di loro proprietà, vuoi perché lesivi dell’immagine delle reti, vuoi per una questione di mancato rispetto del copyright visto il frequente utilizzo di video e spezzoni di trasmissioni. Account come quelli di TI arrecherebbero infatti un danno a piattaforme come Mediaset Play e RaiPlay. Sposando questa tesi non sarebbe del tutto da escludere l’intervento di un giudice o un accordo tra le parti per trovare una conciliazione. Non si spiegherebbe però in questo caso per quale ragione non mettere al corrente della verità i propri follower.

Infine il vero nodo da sciogliere è capire se, sia nel caso di Instagram che di Twitter, gli account siano stati solo disattivati dallo stesso D’Annolfi e quindi ripristinabili tali e quali in qualsiasi momento (nel caso di Twitter entro 30 giorni) o definitivamente cancellati da lui stesso o come provvedimento dall’alto.

Tanti dubbi, grande curiosità, un certo smarrimento e una sola certezza: Bugo sei bravissimo, il mio cantante preferito. Sapete com’è, meglio non rischiare.

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