Le abitudini degli italiani sono cambiate parecchio negli ultimi anni, in particolare dopo la pandemia. Anche a tavola si ragiona in modo diverso rispetto al recente passato: per fare un esempio concreto, si dedicano maggiori attenzioni al cibo biologico e a km zero, ma ancora oggi se ne spreca troppo. In questo articolo, dunque, andremo alla scoperta delle ultime tendenze riguardanti la tavola degli italiani, con un occhio rivolto verso la sostenibilità e l’altro orientato in direzione delle vecchie e cattive abitudini che ancora non vengono superate.
Gli italiani a tavola: nuove abitudini e vecchi errori
Negli ultimi anni si è assistito a un cambiamento radicale nelle abitudini alimentari degli italiani. Sempre più persone, infatti, hanno scelto di interessarsi ai cibi sani e sostenibili, coltivati senza accelerare i tempi di produzione e rispettando la stagionalità, e a chilometro zero, con un impatto minore sull’ecosistema.
Tuttavia, assistiamo ancora oggi a comportamenti totalmente errati, come la scarsa attenzione alla moderazione. In sintesi, si spreca moltissimo cibo, con gli avanzi che finiscono nella spazzatura, e con alimenti mai utilizzati che scadono inesorabilmente in frigo o in dispensa.
Ovviamente si tratta di una pecca non giustificabile, perché il cibo è una risorsa preziosa, e rappresenta anche una forma di spreco economico pericolosa per il bilancio familiare. Soprattutto adesso, a causa dei rincari di molte materie prime, dovuti alla situazione geopolitica che tutti conosciamo.
Mangiamo bene ma ci muoviamo poco
Gli italiani sono diventati abili nel capire quali sono gli alimenti da prediligere, ed evitano, il più delle volte, il cibo spazzatura. Purtroppo, però, anche in questo caso si presenta un vizio pericoloso per la salute: gli italiani sono un popolo che mangia bene, ma con uno stile di vita sedentario, dato che sono molte le persone che non praticano sport e attività fisica. Se consideriamo la situazione europea, l’Italia è uno dei paesi che si fa notare in negativo sotto questo punto di vista ed è un vero peccato, considerando che nel vecchio continente gli italiani sono il popolo che consuma più frutta e verdura.
Per quel che riguarda i consumi, si fa un’attenzione sempre maggiore ai prodotti con etichette che specificano l’assenza o la presenza di determinati ingredienti: un mercato che attualmente vale circa 3,4 miliardi di euro. Nella lista dei cibi che piacciono di più ci sono quelli con un elevato contenuto di fibre, seguiti dagli alimenti proteici e dai sempreverdi Omega-3, ovvero i grassi polinsaturi che apportano molti benefici alla nostra salute. Come detto, però, ci si muove poco e questo ha un impatto deleterio sul peso, sulla salute del cuore e delle articolazioni.
Il consumo responsabile e la sostenibilità ambientale
In definitiva, gli italiani oggi sono molto più attenti al consumo sostenibile e all’acquisto di prodotti di una determinata fascia, come la frutta e la verdura di stagione, biologica e a chilometro zero.
Queste abitudini, fra le altre cose, hanno dato un fortissimo impulso a un fenomeno che può essere definito “collaterale”, ovvero il ricorso sempre più frequente alla spesa online.
Fare la spesa online è un metodo di acquisto comodo e intelligente, che permette di scegliere con calma i prodotti di cui abbiamo bisogno, verificandone tutti gli ingredienti, e avendo anche l’opportunità di frenarci dal comprare ciò che è superfluo. Questo avviene semplicemente perché cambia il contesto: non recandoci di persona al supermercato, non si deve combattere con il continuo stimolo visivo offerto dagli scaffali, il cui allestimento segue delle precise logiche di marketing, volte a spingere all’acquisto. Inoltre, si ha la possibilità di usufruire di svariati sconti e diverse offerte speciali, in modo da aggiungere alla lista dei vantaggi anche il risparmio economico.
Si chiude parlando ancora una volta di alcune nuove tendenze, come la riduzione dei consumi di carne rossa e l’aumento dell’acquisto dei vegetali. Ultimo dato positivo: il 44% dei consumatori italiani compra soltanto prodotti a chilometro zero, per favorire le attività locali del territorio.
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