Basta sfogliare giornali e riviste, pieni di titoli allarmistici sull’imminente catastrofe ecologica per rendersi conto di come il tema della sostenibilità sia passato nel giro di pochi anni, da elemento marginale nel discorso politico e sociale ad una dimensione assolutamente centrale. È ormai chiaro ai più che, se non saremo in grado di modificare il nostro approccio in maniera, fra pochi decenni i cambiamenti climatici saranno irreversibili e lasceremo una terrificante eredità alle generazioni future.
Secondo un recente studio, il 60% degli italiani vede il cambiamento climatico come una delle principali minacce per proprio futuro e di quello dei propri figli. Il futuro si costruisce però, oltre alle grandi dichiarazioni dei potenti, anche a piccoli passi, giorno per giorno e l’esigenza di ripensare al nostro stile di vita in un contesto più bilanciato ed ecologico deve essere un tema per tutte le famiglie. Occorre infatti un’onesta analisi di ciò che compriamo, di cosa consumiamo e cosa portiamo dentro la nostra casa. Non sorprende quindi che anche nel settore dell’arredo domestico si stia diffondendo un’attenzione sempre crescente verso tendenze eco compatibili stiano prendendo piede. Certo questo non è sempre facile dato che l’arredamento, come la moda ha subito negli ultimi vent’anni un cambiamento epocale. Finita la tradizione secolare di mobili che duravano tutta una vita ed erano tramandati di generazione in generazione, oggi l’arredamento di casa deve essere aggiornato frequentemente per stare al passo con le tendenze del momento.
Una società globalizzata come la nostra e dominata da social media che proiettano aspirazioni e stili nelle famiglie di ogni parte del globo, ha sicuramente contribuito ad accorciare la durata media dei nostri mobili con un ingestibile impatto energetico ed ecologico. I cosiddetti “mobili usa e getta”, primi fra tutti quelli di una certa multinazionale svedese, sono ricchi di plastica e materiali con vernici sintetiche non riciclabili. Nel campo della sostenibilità degli arredi sono stati negli ultimi anni fatti alcuni passi avanti, grazie a certificazioni di sostenibilità per tappeti e mobili con legname proveniente da foreste rinnovabili, ma molto rimane ancora da fare. Porsi l’obiettivo di cercare un approccio ecosostenibile non deve però necessariamente significare vivere in una casa dall’aspetto vetusto e fuori moda. La cura e il rispetto per l’ambiente è conciliabile anche quando si parla di decorazione degli interni.
L’upcycling come scelta
Quando ci immaginiamo del nuovo mobilio il pensiero non può non andare al legno e agli alberi che sono stati abbattuti per crearlo. Il mondo perde ogni anno 26 milioni di ettari di foreste, creando così le premesse per una crescita esponenziale dell’anidride carbonica nell’atmosfera. Nato come movimento nei paesi nordici il concetto di “upcycling” significa riutilizzare in maniera innovativa l’arredo già esistente, utilizzandolo in modi nuovi e diversi. Una vecchia credenza, ricolorata e decorata con colori brillanti, diventa un pratico mobile per la stanza dei bambini. Esistono tantissime risorse online che aiutano a trovare la soluzione ideale per riutilizzare quello che già si ha.
Creare nuovi look senza cambiare i mobili
Una opzione che negli ultimi anni è tornata alla ribalta nell’arredo d’interni, per chi è stanco del look di un ambiente ma non vuole o intende sobbarcarsi il costo di disfarsi dei vecchi arredi per comprarne di nuovi, è quella di utilizzare la carta da parati. Uno dei vantaggi di questo arredo è quello di poterla sostituire senza troppa fatica quando se ne sente l’esigenza, trasformando così l’aspetto di uno spazio. Occorre però fare attenzione alle tante offerte a basso costo, dato che le tappezzerie in offerta sono prodotte con processi industriali inquinanti che contengono una notevole percentuale di fibre sintetiche e quindi non sono riciclabili. Di conseguenza, una volta sostituite da un nuovo modello, devono essere gettate fra i rifiuti comuni per finire negli impianti di incenerimento dei rifiuti. È dunque importante scegliere una carta da parati biologica che sia priva di sostanze nocive e compostabile, dato che anch’essa dovrà un giorno essere sostituita.
Il primo aspetto da considerare quando si valuta una carta da parati compostabile è la tracciabilità di filiera dei materiali. In questo contesto è essenziale la presenza del certificato FSC che garantisce che il legno utilizzato per la produzione della carta provenga da piantagioni rinnovabili.
È importante valutare di che materiali è composta. Una struttura composta da fibre naturali, con materiali come il lino, il bambù, il cotone è di grande importanza per una decorazione sostenibile in quanto, essendo meno dannose per l’ambiente, durano più a lungo e sono più resistenti. Un altro elemento da considerare è il processo di produzione, che deve evitare l’utilizzo di colle sintetiche per legare insieme il materiale naturale, dato che queste rendono l’intero prodotto non adatto ad essere posto nel cestino di compostaggio alla fine del suo ciclo di vita.
Donare di ciò che non serve
Spesso ce ne scordiamo, ma una delle caratteristiche più attraenti di un ambiente è lo spazio. Accumulare cose nel corso degli anni è naturale, ma basta guardarsi in giro nella propria casa per rendersi conto di quanto siamo circondati da oggetti ed arredi non utilizzati o che hanno esaurito la loro funzione. Da libri mai letti, a sedie o lampade che prendono polvere in un angolo, i nostri spazi sono pieni di oggetti che non ci servono. Non c’è nulla di più liberatorio di dare nuova vita ad essi donandoli o offrendoli per dargli una seconda vita in una nuova casa. Vendeteli online, utilizzate gli annunci locali, o donateli a chi ne ha bisogno. Contribuirete così a trasformare la vostra casa in un ambiente più spazioso e confortevole, consapevoli che ogni cosa riutilizzata è una cosa in meno che deve essere prodotta.
Ogni passo, non importa quanto piccolo o grande, aiuta a preservare il nostro pianeta!
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